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pubblicato il 23 novembre 2016  

Macerata, i Vigili del fuoco hanno effettuato un sopralluogo al teatro Filippo Marchetti di Camerino utilizzando un drone

Approfondimenti

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I Vigili del Fuoco, hanno effettuato un sopralluogo - interno e dall'alto - con un drone sullo storico teatro "Filippo Marchetti" di Camerino oggi sede del Municipio cittadino.

La ricognizione aerea, é finalizzata al progetto che dovrà consentire la messa in opera di una copertura provvisoria nel punto in cui il tetto del teatro é crollato.

Si allega descrizione storica del palazzo Comunale e del teatro, fornita dall'ufficio stampa del comune di Camerino.


Di impianto rinascimentale con facciata ottocentesca, Palazzo Bongiovanni – oggi sede del municipio di Camerino – fino al 1571 fu sede dei vescovi della Diocesi di Camerino, quando il vescovo Berardo Bongiovanni, appunto, lo permutò in cambio degli edifici che oggi ospitavano l'arcivescovado in Piazza Cavour. L'ampio scalone conduce al piano nobile che ospita le sale di rappresentanza del Comune: l'ampia e alta Sala dei Priori, decorata con stemmi e frammenti di epigrafi romane, conserva tra l'altro il busto in bronzo di Papa Urbano VIII, opera di Gianlorenzo Bernini; la Sala Consiliare, ricavata dall'area dell'antico teatro decorata con la gloria di casa Savoia ospita il coro ligneo dell'ex-chiesa domenicana di Santa Caterina; la Sala degli Stucchi. Dal piccolo cortile del palazzo si accede al Teatro Filippo Marchetti., costruito nel XIX secolo a sostituzione di quello precedente, interamente in legno e fatto nel 1727-1728. Piccolo gioiello tanto caro ai cittadini di Camerino e del territorio, che ancora oggi ospitava una ricca stagione teatrale e tutte le manifestazioni cittadine, il Marchetti è stato riaperto nel 1990 dopo oltre 20 anni di chiusura e di restauro. Progettato da Vincenzo Ghinelli nel 1846, fu inaugurato l'anno successivo. Nel 1881 fu intitolato allo stesso compositore di cui ancora porta il nome, nato a Camerino, che in quell'occasione era ancora vivo e fu presente all'avvenimento durante il quale fu eseguito il Ruy Blas, la sua opera più famosa ispirata dal dramma di Victor Hugo che è anche rappresentata nei cinque affreschi sul soffitto del teatro. Il teatro a ferro di cavallo, con tre ordini di palchi e il loggione, ospita anche una area archeologica di epoca romana al di sotto del palcoscenico, che è possibile tutt'oggi visitare. Lo scavo, effettuato duranti i lavori di risistemazione, ha restituito i resti di un edificio pubblico e in particolare di un colonnato di 13 colonne in calcare locale conservate per un'altezza di circa 90 centimetri.


 

  

     

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