pubblicato il 31 ottobre 2018

Un convegno all'ISA ricorda la figura del gesuita Angelo Secchi

Approfondimenti

Il 23 ottobre scorso, con un convegno organizzato dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco presso l’Istituto Superiore Antincendi di Roma, è stata ricordata la figura di Angelo Secchi, il padre gesuita che, nella seconda metà dell’Ottocento, si è distinto per le ricerche nel settore dell’astrofisica, della meteorologia e di altre scienze applicate.

Il convegno, allestito in occasione dei duecento anni dalla nascita dello scienziato e religioso, ha messo in luce la molteplicità di interessi che ha caratterizzato la sua opera e che lo ha fatto emergere anche a livello internazionale per l’acume e la capacità di analisi in settori tanto diversi.

L’incontro è stato aperto dal Capo del Corpo Nazionale, ing. Gioacchino Giomi, che ha ricordato come la nascita del Corpo dei Vigili del Fuoco deve molto alla letteratura scientifica e divulgativa dedicata ai temi della prevenzione e del soccorso, che iniziava a svilupparsi alla fine dell’800 tra Milano e Napoli. Proprio in quel periodo Padre Secchi, insieme all’architetto Luigi Poletti e al fisico meccanico Giacomo Luswergh, progettò e realizzò quello che – forse – è il primo caso documentato di impianto di rilevazione incendi. I successivi relatori – il professor Aldo Altamore dell’Università di Roma Tre, la dottoressa Ileana Chinnici dell’INAF – Osservatorio Astronomico di Palermo, la dottoressa Maria Carmen Beltrano del Consiglio per la ricerca in agricoltura, la dottoressa Monica Calzolari, dell’Archivio di Stato di Roma e la professoressa Emanuela Delgado, della Georgetown University – hanno messo in luce aspetti di assoluta modernità dell’approccio di Padre Secchi allo studio e alla ricerca, concepiti dal gesuita solo in funzione del bene comune e, per questo, oggetto di un’intensa opera di divulgazione.

Con riferimento alle attività di protezione dai fulmini e dagli incendi degli edifici storici di Roma, il convegno ha evidenziato anche la continuità del dibattito sulla protezione dal fuoco del patrimonio culturale che, nell’800 come ai giorni nostri, si muove alla ricerca di un punto di equilibrio tra l’efficacia delle misure di sicurezza e la necessità di evitare qualunque intervento ritenuto estraneo al progetto originale.

Torna indietro

Nota: Se la stampa non si avvia dopo 10 secondi, potete utilizzare il comando "Stampa" dal menu "File".