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CENNI STORICI

sul

CORPO NAZIONALE

VIGILI DEL FUOCO


 
Storia dei Vigili del Fuoco

Introduzione


La storia dei vigili del fuoco è più antica di quanto si possa pensare. Bisogna risalire ai tempi di Augusto che con due riforme, una del 26 e l'altra del 6 a.C., diede a Roma una vera e propria difesa contro il fuoco, con criteri organizzativi e funzionali di notevole interesse tecnico.
Con queste due riforme Roma ebbe infatti un corpo speciale di guardie notturne sotto il comando di un Prefectus Vigilum. Tale corpo diviso in sette coorti di vigiles resistette fino al III secolo dopo Cristo.
In Trastevere, nei pressi del ponte Garibaldi, esiste ancora oggi una antichissima costruzione, distinta da una iscrizione corrosa dai secoli. L'iscrizione indica che quell'edificio, nell'epoca romana dell'Impero, era adibito a casermetta dei vigiles.
Occorre però arrivare al 1935 per assistere alla nascita ufficiale del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Da allora i vigili sono sempre in prima linea nella protezione dei cittadini e nel 1989 il Corpo è stato nominato Goodwill Ambassador dell'UNICEF Italia con questa motivazione: "La presenza nelle emergenze, caratterizzata dall'imparzialità e votata esclusivamente a rispondere ai bisogni dell'essere umano, accomuna i Vigili del Fuoco e l'UNICEF e crea i presupposti per una naturale alleanza tra loro in favore dell'infanzia; (...) ad essi affidiamo l'impegno ideale di rappresentare, ovunque intervengano, lo spirito di solidarietà che deve animare l'azione di coloro che hanno a cuore le sorti dei bambini e delle bambine". Per sottolineare questa alleanza di intenti tutti i Vigili del fuoco portano sulla divisa lo stemma con il logo dell'UNICEF.




Cenni Storici
sui
Servizi Antincendi in Terra di Bari

(Ing. Francesco La Notte)

 
Nell'Italia Meridionale il Corpo dei Pompieri fu istituito da Giuseppe Napoleone Bonaparte con uno specifico editto del 28 febbraio 1806 che organizzava la polizia e stabiliva che il Commissario Generale della Città di Napoli, agli ordini
diretti del Ministro di Polizia generale, "... sarà incaricato di prendere le misure opportune per prevenire ed arrestare gli incendi; a questo effetto si stabiliranno dei pompieri di cui egli avrà la sovrintendenza e la direzione".

Il Corpo dei Pompieri di Napoli seppe subito guadagnarsi particolari meriti, dimostrando agli uomini di Governo l'importanza di una simile istituzione.

Con la restaurazione borbonica Ferdinando IV abolì tuttavia la compagnia dei Pompieri, le cui funzioni vennero assegnate alla Compagnia di Artiglieri Artefici.

Il cambiamento, tuttavia, non dovette rivelarsi positivo se Ferdinando II, con decreto del 13 novembre1833, creò nuovamente la Compagnia dei Pompieri. I brillanti risultati ottenuti dai “Pompieri” nella Capitale del Regno indusse Ferdinando II a fare redigere una scheda di regolamento per un servizio antincendio da istituire anche in tutti i capoluoghi di provincia. L’Intendente di Bari, col dispaccio n°1112 del 2 gennaio 1853, trasmise l’ordine del Re al Sindaco Antonio Carrassi affinché consultasse il Decurionato. Quest’ ultimo, però decise di rinviare l’istituzione di una squadra antincendio accampando come pretesto le esigue disponibilità finanziarie del momento, sebbene sarebbe stato estremamente auspicabile, anche in considerazione dello sviluppo urbanistico e demografico di Bari. Si continuò perciò a fronteggiare gli incendi ricorrendo ai militari di truppa ed all’aiuto di volenterosi cittadini.


Il 16 febbraio 1862, nell’Italia post-unitaria, Vittorio Emanuele II con Regio Decreto sciolse la Compagnia dei Pompieri borbonica e creò un nuovo corpo dei Pompieri.

Il 18 novembre 1862, veniva costituito anche nella città di Bari un corpo speciale nell’ambito delle “guardie municipali” con il compito di intervenire in caso di sinistri e per soccorso pubblico .

Il 28 dicembre 1875, sia a seguito di un grave incendio avvenuto a Bari vecchia che per le pressioni dell’Autorità Prefettizia, la Giunta Municipale autorizzò l’acquisto della prima pompa idraulica, cui seguì negli anni successivi quello di altre pompe antincendio il cui funzionamento fu affidato alle guardie municipali.


Tuttavia il servizio non sembrava avesse acquistato la necessaria efficienza per la mancanza di una squadra di personale specificatamente addestrato pronto alle chiamate.

Nel 1941, con apposita legge, veniva istituito il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco della Repubblica Italiana, posto alle dipendenze del Ministero dell'Interno, con il compito di tutelare l'incolumità dei cittadini e la conservazione dei beni.

Nel 1961 nasce definitivamente il "Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco" a carattere civile, con organizzazione e disciplina più moderni e rispondenti ai propri compiti istituzionali. Inoltre con le Leggi n. 469/61 e n. 450/73, al personale Vigili del Fuoco sono state attribuite le qualifiche di ufficiali ed agenti di Polizia Giudiziaria le cui competenze rivestono carattere di peculiare responsabilità nell'ambito dello svolgimento dei compiti di istituto.


Dal 1965, in base alla legge 966 ai Vigili del Fuoco sono stati conferiti compiti di prevenzione e vigilanza antincendio nell'ambito delle attività pericolose civili ed industriali, attraverso il controllo dell' applicazione, sia nella fase di progettazione che in quella di esercizio delle specifiche norme tecniche.

Nel 1999, con D.Lvo n. 300, è stato riformato il Ministero dell'Interno con la trasformazione delle sette Direzioni Generali in quattro Dipartimenti; pertanto, la Direzione Generale dei Servizi Antincendi e Protezione Civile si è ricostituita in Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, all'interno del quale trova oggi collocazione il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

L'Amministrazione dovette riconoscere la necessità di una soluzione e perciò nel 1885 nominò capo del servizio un Capo Sezione del Corpo Pompieri di Napoli, il sergente Romualdo Rinaldi, che tuttavia solo nel 1887 riuscì a far costituire un drappello speciale di dodici uomini all'interno delle guardie municipali.

Nel 1898 vennero destinati a sede dei pompieri alcuni locali in piazza del Ferrarese e furono acquistate due pompe a braccia del tipo "Berzia”, montate su carro a due ruote, mentre nel 1908 fu acquistata una pompa a vapore su carro a quattro ruote ippotrainato, il cui movimento, in caso di necessità, era reso possibile da cavalli di carrozze di passaggio, temporaneamente sequestrati; questa pompa si rivelò efficacissima ancora nel 1915, in occasione della disastrosa alluvione della città di Bari.

Nel 1914 la squadra dei pompieri, immutata nell'organico, venne distaccata dalle guardie municipali e posta sotto la direzione dell'Ufficio Tecnico Municipale, con sede nell'antico mercato in ferro ubicato in via XXIV Maggio.

Nel 1928 venne nominato, per la prima volta, un Comandante dei Vigili del fuoco nella persona dell' ingegnere Ugo Leo, che diede un notevole impulso all'autonomia ed all' efficienza del servizio. Si ottenne anche una nuova e più idonea sede nella `caserma" di via Devito Francesco, l'organico fu portato a 26 unità e furono acquistati nuovi mezzi ed attrezzature antincendio.

Nel 1936 l' organizzazione fu ampliata su scala provinciale ed i Corpi assunsero la denominazione di Corpi Provinciali passando sotto la direzione del Ministero dell'Interno, mentre nel 1938, abolita la denominazione di “pompieri", fu istituito il 10° Corpo dei Vigili del Fuoco di Bari che scelse quale proprio motto:

"FLAMMAE ARDENTI
ANIMUS ARDENS"

Nello svolgimento dell'attività di soccorso, il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco di Bari, cresciuto in organico e mezzi, si è sempre distinto non solo nell'ordinaria attività interventistica in ambito provinciale, ma anche in occasione delle gravi calamità naturali che hanno colpito il nostro paese, quali ad esempio: il terremoto del Belice, il crollo della diga del Vajont, i terremoti del Friuli, dell' Irpinia, delle Marche e dell'Umbria, l' alluvione di Soverato in Calabria ed in ultimo il terremoto del Molise.


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