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È nel 1849 che a Cremona è stato istituito l'effettivo esercizio dell'estinzione degli incendi a cura di un corpo specializzato: il servizio pompieristico era abbinato ad altri compiti in quanto gli addetti erano, all'occorrenza, anche muratori, falegnami, idraulici, annaffiatori dei giardini:tale situazione rimane inalterata nel corso di tutto l'Ottocento e oltre. Certamente non si può non tenere presente che molto spesso la buona volontà e lo spirito che animava i pompieri non erano sufficienti a domare le fiamme; gli incendi, infatti, erano di vaste proporzioni a causa della presenza di parti lignee in moltissimi edifici e quindi si rendeva necessario, come nei secoli passati, l'aiuto dei cittadini, anche 200 - 250 persone intervenute e mandate sui tetti per circoscrivere l'incendio o impiegate nel trasporto dell'acqua: questa veniva versata in pompe a mano e poi convogliata sull'incendio tramite tubazioni di canapa.
Solo l'entrata in funzione dell'acquedotto pubblico, nell'ottobre del 1910, consentì di limitare il trasporto manuale dell'acqua.
Tra il 1921 e il 1929 venne concretamente attuata una ristrutturazione dell'intero servizio pompieristico cremonese col definire l'organico del personale in pianta stabile e con l'acquisto di attrezzatura moderna: in questo periodo, precisamente nel 1927, si inaugurò la nuova sede del Corpo, la caserma di Porta Venezia, e i pompieri poterono così lasciare il fatiscente edificio nel quale avevano prestato servizio fino ad allora.
I vigili si distinsero in particolare nel portare soccorso quando la mattina del 10 luglio 1944 venne bombardata a Cremona la zona di Porta Milano con la stazione ferroviaria e nel domare l'enorme incendio provocato da un¿incursione aerea il 20 gennaio 1945 alla fabbrica di cornici Cavalli e Poli.
Quattro vigili caddero vittime della rappresaglia tedesca all'indomani della Liberazione: Odoardo Cerani, Guido Azzali, Domenico Agazzi, Luigi Rubinetti furono fucilati con due partigiani la mattina del 27 aprile 1945.
I Vigili di Cremona e Crema sono presto chiamati a svolgere anche un servizio di protezione civile nelle calamità naturali che, purtroppo con frequenza, colpiscono il Paese.
Nell'ottobre del 1951 accorrono in aiuto delle popolazioni del Polesine travolte dalla catastrofica inondazione del Po; nel 1963, ancora in ottobre, sono a Longarone, sepolto dalla gigantesca frana che distrusse la diga nel Vajont: nel novembre 1967 a Firenze invasa dalle acque dell'Arno e nel gennaio 1968 operano per alcuni mesi nella valle del Belice sconvolta dal terremoto.
Nella notte del 7 maggio 1976 squadre di soccorso partirono immediatamente da Cremona per il Friuli colpito dal terremoto, lavorando soprattutto nelle zone di Moggio, Resciutta, Oseacco.
La sera del 23 novembre 1980 ancora il terremoto sconvolgeva parte della Campania e della Basilicata; il giorno seguente 23 vigili di Cremona raggiungevano le zione colpite, portando soccorso nei paesi di Calabritto, Materdomini, Caposele, in quest'ultima località s'impegnò maggiormente il gruppo cremonese che, con turnazioni del personale, rimase in zona per diversi mesi.
Anche in Valtellina, devastata dalla furia della piena dell'Adda nel luglio 1987, i vigili cremonesi rimasero diversi mesi; nelle zone di Sondalo, Bolladore, Le Prese, Mondanizza si impegnarono soprattutto a demolire pareti pericolanti e a liberare dal fango molti edifici.
Si è ampliata anche la tipologia delle richieste che comprende, oltre gli incendi, molti gravi incidenti stradali, dissesti statici dei fabbricati, soccorsi a persone e ad animali e numerosi altri servizi di soccorso tecnico urgente.
Certamente la presenza sul territorio di attività petrolifere, chimiche, sostanze radioattive, grandi depositi di sostanze pericolose e numerosi locali di pubblico spettacolo hanno reso più impegnativa l'attività del Comando VVF. di Cremona.
In risposta a tali esigenze il numero degli automezzi di soccorso è aumentato, la qualità delle attrezzature tecniche è andata gradualmente migliorando e le dotazione organiche sono state incrementate anche se, per rimanere al passo con i tempi, è necessario potenziare e qualificare ulteriormente i servizio.