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VIGILI DEL FUOCO DI PAVIA
AIla fine del XVIII secolo non esisteva a Pavia un vero e proprio Corpo Pompieri.
In caso di incendio, secondo le disposizioni del 1788, il Prefetto aveva l'autorità di precettare alcune categorie di lavoratori: facchini, falegnami, muratori e brentatori, i quali avevano il compito di trasportare acqua con un grosso recipiente di legno della capacità di una brenta, cioè di
Per la prevenzione degli incendi vi erano delle primitive macchine idrauliche portatili su carri che, per questioni logistiche, erano state distribuite nei sei quartieri della città; le due maggiori erano state collocate in centro, presso il Broletto.
Per sostenere tale organizzazione era stato predisposto un piano di spesa per la manutenzione, l'esercizio e la conservazione delle macchine idrauliche. Unico salariato fisso un certo Giuseppe Re con la qualifica di capo macchinista.
Dopo il 1861, anno dell'unificazione d'Italia, il Comune di Pavia decise, per ragioni economiche, di accorpare il Corpo dei Pompieri con il nascente Corpo dei Sorveglianti Municipali, senza tener conto che sarebbero state necessarie distinte professionalità per accedere alle due qualifiche.
La difficoltà stava proprio nelle diverse mansioni e l'assessore Platner, nella sua relazione conclusiva, ben spiegò che non si poteva essere contemporaneamente pompiere, guardia e sorvegliante.
Il pompiere doveva essere agile, spigliato, animoso e, se fosse stato poco letterato, avrebbe pregiudicato ben poco il suo lavoro; la guardia sorvegliante doveva invece avere una figura imponente, grave, essere calma, riflessiva, di maniere urbane ed abbastanza istruita per saper scrivere un rapporto. Per salire con agilità sulle prime scale telescopiche, trainate sul luogo dell'intervento, o per intervenire in bicicletta con la massima rapidità, era necessario disporre di personale fisicamente adatto e
Nell'anno 1871, dopo l'esperienza negativa della comunanza con le Guardie Municipali, il Consiglio Comunale di Pavia riorganizzò il Corpo dei Pompieri della città affidando loro l'incarico di fare funzionare le pompe per l'estinzione degli incendi e di intervenire per dare soccorso a tutti i luoghi attaccati dal fuoco, tanto nel comune di Pavia, quanto negli altri comuni della provincia.
All'inizio del Novecento
Il Corpo era composto da 1 comandante, 1 caposquadra, macchinista di prima categoria, 8 pompieri effettivi di prima categoria, 2 pompieri caposquadra di seconda categoria, 1 pompiere aiuto-macchinista di seconda categoria, 7 pompieri di seconda categoria.
Conclusa
Il 20 luglio 1950 con una suggestiva cerimonia e con la benedizione di S.E. Mons. Carlo Allorio Vescovo di Pavia, venne posta la prima pietra della nuova caserma che sarebbe sorta all'estrema periferia nord-est della città, lungo viale Lodi, oggi viale Camillo Campari, n°34. La nuova sede fu terminata e inaugurata nel 1951, con il castello di manovra a sette piani alto
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco fu istituito con Regio Decreto del 27 Febbraio 1939 convertito con legge 1570 del 27 Dicembre 1941.
Fu istituita
Al Corpo Provinciale dei Vigili del Fuoco di Pavia fu assegnato il numero 60 con il motto latino "Per ignem virtus fulget" - Attraverso il fuoco brilla il valore.
COMANDANTI PROVINCIALI DEI VIGILI DEL FUOCO DI PAVIA
ing. Ugo CECCHI fino al 1945; ing. Luigi ROVATI 1945 - 1946; geom. G.Battista VALLEGIANI 1946 - 1962; geom. Luciano BONINI Febbraio / Maggio 1962 sostituto; geom. Arrigo VIGNA Maggio / Giugno 1962 sostituto; ing. Paolo ANCILLOTTI 1962 - 1981; ing. Vito Antonio GIACOMINO 1981 - 1984; ing. Salvadorelio MAROTTA 1984 - 2002; ing. arch. Fabrizio PICCININI 2002 - 2003 reggente; ing. Eros MANNINO 2003 - 2006; ing. arch. Fabrizio PICCININI 2006 - 2011; ing. Vincenzo GIORDANO 2011 - 2014; ing. Danilo PILOTTI 2014 - 2019; ing. Antonino CASELLA 2019 - 2020; ing. Pier Nicola DADONE 2020 -