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pubblicato il 13 luglio 2018 

Torino, 75° anniversario del bombardamento aereo che colpė la cittā il 13 luglio 1943

Approfondimenti

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Sono trascorsi 75 anni dal 13 luglio del 1943, quando la città subì la più tremenda e schiacciante devastazione portata dalle incursioni aeree delle forze alleate. Un totale di settecentonovantadue vittime che non può essere trascritto in cifre per dignità di quelle persone.

I vigili del fuoco, non solo quelli torinesi ma di tutta l'Italia, nei cinque anni di guerra hanno combattuto su un fronte interno, una guerra senz’armi ma certamente non meno pericolosa di quella militare.
Un “fronte” fatto di bombe, crolli, distruzioni, macerie e lutti. Una guerra combattuta con pochi mezzi e con la tenacia e la rabbia di chi fu lasciato solo a fronteggiare una drammatica situazione.

Aldo Montagnini, testimone di quei drammatici avvenimenti, ci narra con una spaventosa lucidità un frammento della sua lunga esperienza di pompiere di guerra e della tragicità di quei giorni:   
[...] iniziammo subito l’opera di salvataggio delle persone rimaste sotto le macerie ed estraemmo, ancora in vita, dopo lungo e pericoloso lavoro di scavo ed abbattimento muri la Signora omissis, anni 34 abitante in Via Alassio n°33, e le seguenti salme: segue un lungo elenco.

Un'altra testimonianza di un allora bambino, Antonio Bottino che finí spinto nella precipitosa fuga dentro ad un rifugio antiaereo: [...]  con il fragore delle bombe che si faceva sempre più intenso, ci ritrovammo, io e mia mamma, sdraiati a terra poi, schiacciati dalla calca, contro una grata che dava sul marciapiede. Da lì sotto si scorgeva il bagliore delle esplosioni, dopo ci fecero andare giù, nei livelli più profondi del cunicolo. La gente pingeva, tanti pregavano e una flebile luce illuminava il terrore dei visi. Rimanemmo molte ore in quel budello affollato, avevo 9 anni e avevo paura, ancora adesso.