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pubblicato il 29 marzo 2018 

Funerali solenni per i Vigili del Fuoco morti nell'esplosione di Catania

Approfondimenti

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Nella giornata di mercoledì 28 marzo, decretata lutto cittadino dal sindaco della città metropolitana di Catania, Enzo Bianco, una folla numerosa di colleghi, di parenti, di amici e di gente comune ha accompagnato Dario Ambiamonte, uno dei Vigili del Fuoco morto nell’esplosione del 20 marzo scorso, nel suo ultimo viaggio. Poco dopo le 10,00, il corteo funebre è uscito dalla sede centrale del Comando Provinciale e ha percorso le vie della città, passando prima per via Cifali, poi per Viale XX Settembre e infine per via Etnea, fino a raggiungere la Basilica Cattedrale in piazza Duomo dove, poco dopo le 11,30, si è svolto il rito funebre. La cerimonia è stata officiata dall'Arcivescovo metropolita di Catania, mons. Gristina, alla presenza del Ministro dell'Interno Marco Minniti, del Presidente della Regione Nello Musimeci, del Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco, Prefetto Bruno Frattasi, del Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, ing. Gioacchino Giomi, dei Capi della Protezione Civile nazionale, Borrelli, e di quella regionale, Foti, del Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco, ing. Marco Cavriani, e delle altre autorità civili, religiose e militari. Durante tutto il percorso la folla, autenticamente commossa e ammirata, ha accompagnata il feretro con lacrime e applausi spontanei.

Dopo la cerimonia a Catania, le autorità nazionali e regionali si sono trasferite a Trapani, per partecipare ai funerali di Giorgio Grammatico, l'altro Vigile del Fuoco caduto in servizio nell'esplosione in via Garibaldi a Catania. Il ruto religioso si è svolto presso il Santuario della Madonna di Trapani, officiato dal vescovo Pietro Maria Fragnelli. La figura di Giorgio è stata ricordata dal comandante di Trapani, Giuseppe Merendino, in un toccante e commosso encomio: "Giorgio ha sacrificato la sua vita, insieme al compagno di squadra Dario Ambiamonte, per soccorrerne un'altra, è diventato un eroe ma, come accade a tutti i Vigili del Fuoco, senza sentirsi tale. Era lì per svolgere il suo servizio, nel modo più efficiente possibile, desiderava salvare una vita umana, col suo ardore giovanile e la maturità di tanti anni di professione già svolti nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Giorgio era un uomo giusto che manca a tutti noi, era un tenero figlio, un affettuoso fratello, un dolce compagno, un sincero amico, un fidato collega, un affettuosos papà".

La triste giornata era iniziata con un incessante e mesto viavia di parenti, amici, colleghi e cittadini presso la camera ardente allestita presso l'aula didatttica della sede centrale del comando. Alle 14:30 il corteo funebre ha lasciato il comando per raggiungere il Santuario, la bara di Giorgio avvolta nel Tricolore, accompagnato da una folla commossa e sinceramente addolorata. Al termine delle esequie i comandanti Merendino e Verme hanno donato ai genitori di Giorgio l'elmo del figlio e il Tricolore che avvolgeva la bara.