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pubblicato il 26 settembre 2011  

26 settembre 1997, il terremoto di Umbria e Marche

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Il 26 settembre 1997 la terra tremò in Umbria, con l'epicentro al confine con le Marche: fu un terremoto tra i più distruttivi della recente storia in Italia e lasciò dietro di sé 10 morti, 100 feriti e ingenti e, a volte, irreparabili danni al patrimonio artistico e culturale delle due regioni.
È l'evento conosciuto come il terremoto di Umbria e Marche.
L'attività sismica, in realtà, iniziò ad essere avvertita fin dalla primavera, quando una forte scossa colpì il comune di Massa Martana,  in provincia di Perugia.
Da quel momento in poi l'attività tellurica continuò praticamente ogni giorno, fino ad arrivare all'infausto giorno di settembre.
Nella giornata del 26 settembre si registrarono due episodi sismici: uno la notte, di magnitudo 5,8; il secondo nella mattina, di magnitudo 6,1. L'epicentro si registrò nel comune di Foligno a una profondità di circa 10 chilometri.
Il terremoto della notte, considerato al momento l'evento di maggiore intensità dello sciame sismico che da mesi colpiva l'Umbria, fece sentire i suoi effetti soprattutto nel comune di Foligno e danneggiò la quasi totalità degli edifici di Nocera Umbra; Assisi fu uno dei centri più colpiti, com la  Basilica di San Francesco che subì gravi danni; Colfiorito, Serravalle del Chienti, e tanti altri piccoli centri subirono gli effetti della furia della terra.
Nello stesso giorno, alle 11:42, si ebbe la seconda e più distruttiva scossa, di magnitudo 6,1 e del IX grado della scala Mercalli.
L'evento più tragico si registrò ad Assisi. Gli affreschi di Giotto e Cimabue della basilica erano stati danneggiati dalla scossa notturna e in quel momento si stava svolgendo un sopralluogo per valutare i danni. Improvvisamente, la terra tremò e una delle volte dalla basilica superiore crollò uccidendo sul colpo quattro persone. Ci sembra giusto ricordare i loro nomi: padre Angelo Alpi, Zdzislaw Borowiec, Bruno Brunacci, Claudio Bugiantella.
Lo sciame sismico continuò ancora fino all'aprile del 1998, provocando il crollo di edifici già compromessi e seminando terrore e allarme tra la popolazione.
Ingenti e a volta irreparabili furono i danni al patrimonio artistico e architettonico della regione. È rimasta tristemente famosa la torre campanaria del comune di Foligno, nota col nome di "torrino", che, danneggiata dalle precedenti scosse, crollò mentre i vigili del fuoco erano al lavoro per consolidarla.
Notevole, ancora una volta, fu il lavoro dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile che si prodigarono per mitigare gli effetti delle avversità della natura, mettendo la loro opera al servizio dei cittadini.

  

     

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