Investigazioni sugli incendi, sulle esplosioni e su altri scenari emergenziali
Il 1° settembre del 2009 è stata emanata la “Linea guida per il sopralluogo giudiziario ai fini dell’investigazione antincendi”, elaborata da un gruppo di lavoro interno al NIA ed esteso ad altro personale del CNVVF. L’elaborato si ispira alla nota e autorevole linea guida americana NFPA921, secondo la quale “un’indagine approfondita non avviene per caso perché è il risultato di un’attenta pianificazione, di organizzazione e dell’abilità ad anticipare i problemi prima che sorgano”.
L’investigazione secondo il Metodo Scientifico è un processo sistematico che segue i seguenti passi:
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Riconoscere la necessità – Identificare il problema;
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Definire il problema;
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Raccolta dati;
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Analisi dei dati (Ragionamento induttivo);
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Sviluppare ipotesi di lavoro;
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Verifica delle ipotesi (ragionamento deduttivo);
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Selezione dell’ipotesi finale.
L’investigazione delle cause d’incendio/esplosione procede quindi secondo le metodologie utilizzate dalla polizia giudiziaria in occasione di un fatto criminoso, e si possono sintetizzare, come di seguito:
- preservazione dello scenario ed ispezione dello stesso, esame dei luoghi e ricostruzione degli stessi prima dell’incendio;
- valutazione sulle cause di innesco, sulla dinamica dell’incendio ed esame dell’andamento dello stesso mediante la ricognizione dei segni (semiotica dell’incendio);
- raccolta dei campioni e degli elementi fisici di prova, documentazione dello scenario e delle attività svolte nel corso del sopralluogo (rilievo video-fotografico, elaborati grafici e rilievi geometrici);
- sommarie informazioni testimoniali e redazione di atti (verbali, annotazioni, relazioni, ecc.) nelle forme previste dal codice di procedura penale.
Al termine di tutte le operazioni compiute (sopralluoghi, raccolta di testimonianze e sommarie informazioni, planimetrie e rilievi dimensionali, repertazione di elementi fisici di prova, documentazione fotografica e foto-repertazione, ecc.), sulla base degli elementi emersi e raccolti, e tenuto conto dei risultati delle analisi degli elementi fisici di prova repertati o di eventuali prove sperimentali o test di laboratorio effettuati sugli stessi, viene elaborata la relazione finale con le conclusioni sugli esiti dell’indagini. Tale relazione illustra le ipotesi più accreditate relative alla dinamica, all’evoluzione ed eventuale zona di origine dell’incendio, alle sorgenti d’innesco, alla natura dolosa o accidentale dell’incendio, all’eventuale origine elettrica dell’incendio, ecc.
Nel corso del tempo il NIA ha iniziato ad occuparsi di polizia giudiziaria in modo più ampio, non solo in caso di incendi e/o esplosioni, ma anche nelle altre attività di competenza dei vigili del fuoco.
Nel 2016, ad esempio, ha operato anche nelle zone colpite dal sisma del centro Italia, in particolare nella località di Amatrice, dove ha svolto attività d’investigazione e di repertamento a supporto del Comando provinciale dei vigili del fuoco di Rieti.
In conseguenza, il NIA è stato anche inserito, quale modulo aggiuntivo (MA-NIA 53), nel sistema organizzativo di cui alla Circolare EM 01-2020 – Riorganizzazione delle Colonne Mobili Regionali e del dispositivo di mobilitazione per calamità nazionale dei vigili del fuoco. L’attività riveste, peraltro, particolare rilevanza per la gestione di siti in zona rossa con ipotesi di reato.
È iniziato anche un percorso che vede, in capo al Nucleo, il coordinamento dell’azione penale in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro, per quanto di competenza dei vigili del fuoco.
ARSON DOG
Negli ultimi anni è stato avviato un progetto per l’istituzione di unità cinofile specializzate nella ricerca di acceleranti di fiamma, in quanto l’impiego di tali unità è risultata di particolare interesse nei casi di attività investigative, in particolare in quelle in cui si ipotizza l’utilizzo di liquidi infiammabili come causa o accelerante dell’incendio/esplosione in scenari particolarmente ampi e/o dove l’uso di strumentazione, come il rilevatore a fotoionizzazione, non è in grado di rilevare concentrazioni significative delle stesse.
Dopo un primo periodo sperimentale l’impiego di queste unità cinofile è stato ufficializzato nella circolare DCPREV prot. n. 11601 del 09.09.2020, concernenti le linee guida al repertamento di residui di incendio per la ricerca analitica di tracce di liquidi infiammabili.
L’unità cinofila per l’investigazione sarà costituita da un conduttore e da una unità canina (diversa dall’unità canina già di soccorso), che abbia seguito un percorso formativo standardizzato finalizzato allo svolgimento di compiti di ricerca di acceleranti di fiamma in ambito forense, il cui conduttore, almeno in prima applicazione, sia già inserito nei nuclei cinofili regionali a servizio dell’attività di soccorso tecnico urgente.
È presente un progetto per l’istituzione del Nucleo cinofilo in ambito nazionale.