Comando Provinciale Vigili del FuocoComando Provinciale Vigili del Fuoco Agrigento


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Le antiche cronache riportano notizie di avvenimenti dovuti alla forza devastante del fuoco. Il fuoco oltre ad un fattore di progresso era un temibile nemico da cui difendersi. L’urgenza di limitare danni gravi e comunque di ricondurre sotto controllo il fuoco, spinse la ricerca di forme di protezione e la predisposizione di attrezzi e strumenti utili a circoscrivere gli incendi e a limitarne i danni. La prima struttura di cui si ha notizia, in grado di assicurare un buon margine di successo, fu sicuramente la " Militia Vigilum " da cui trae origine l’odierno nome di vigili del fuoco. Un’organizzazione forte di circa 7000 uomini voluta dall’imperatore Augusto per dare a Roma quel grado di protezione necessario per una città densamente abitata ed edificata con largo uso di materiali combustibili.

La Militia Vigilum rimase efficiente almeno fino alla caduta dell’Impero Romano. Nei periodi successivi,
costellato da invasioni e distruzioni, si perdono le tracce della lotta all’incendio.


Bisogna giungere fino al XIV secolo per ritrovare forme organizzate di pubblica protezione in cui la difesa dagli incendi era affidata all’intera cittadinanza ma in particolare alle Corporazioni dei mestieri che per motivi di lavoro erano in possesso degli strumenti ed attrezzi adatti.


Nel 1344 a Firenze , fiorente comune, venne formata una corporazione che raggruppava muratori, falegnami e scalpellini che avevano compiti di lotta agli incendi. A Torino pur piccolo centro di circa 4000 anime intorno al 1442 si formò una prima organizzazione antincendio composta da dieci artigiani. Diversi
comuni predisposero servizi di vedetta sui campanili e sulle torri comunali per scoprire inizi di incendio e dare l’allarme. A Moncalieri ad esempio nel 1300 viene istituita  la compagnia dei "custodi del vento" con il compito di vigilare sull’abitato allorché spirava un vento particolarmente intenso e tale da provocare
ed alimentare incendi. A Vienna le vedette alloggiavano sul campanile della chiesa di Santo Stefano ed in caso di incendio usavano esporre un drappo rosso nella direzione in cui veniva scoperto un incendio non esistendo a quei tempi sistemi di comunicazione più tempestivi.



A questa azione di soccorso si affianca anche un’opera di prevenzione con l’emanazione degli statuti comunali con cui si cercava di mettere ordine alle norme civiche che regolavano l’edificazione di case
con tetti in paglia. Venne vietata la costruzione di case con tetti in paglia , imposta la pulizia delle strade sempre invase da sporcizia che favoriva l’insorgere dell’incendio e la sua propagazione. Venne vietata l’accensione di fuochi all’interno di case durante le giornate ventose .


I
ntorno al 1600 in alcune grandi città quali Torino, Milano, Roma, Reggio Emilia vengono istituite compagnie di soccorso formate sempre da artigiani e dai Brentatori. A questi ultimi, che devono il loro nome al recipiente che serviva a trasportare il vino: la brenta appunto, era posto l’obbligo di intervenire
sull’incendio a passo di corsa.

Con l’unificazione e la creazione dello Stato unitario i servizi finalizzati alla prevenzione ed alla
estinzione degli incendi e più in generale agli interventi di soccorso tecnico in situazioni di emergenza , sono per lungo tempo affidati alla competenza ed alla iniziativa dei comuni ai quali la legge attribuiva la facoltà , ma non l’obbligo, di costituire corpi di pompieri.



Anche il testo unico sulle leggi comunali e provinciali del marzo del 1934 considerava obbligatoria la spesa relativa alla istituzione di tali servizi solo per comuni capoluogo di provincia e per quelli che avessero comunque una popolazione superiore a 40.000 abitanti.


Le Scuole centrali Antincendi iniziano nell’anno 1941 l’opera di addestramento e formazione di tutto il
personale appartenente ai nuovi "Corpi Provinciali Vigili del Fuoco"


E solo a cominciare dal 1935 che lo Stato comincia a farsi carico dei servizi antincendi prima indirettamente attraverso le province e poi in prima persona. La legge che completa questo passaggio viene emanata nel dicembre del 1941 (n. 1570) e pone alle dirette dipendenze del Ministero dell’Interno il Corpo dei Vigili del Fuoco chiamato a tutelare la incolumità delle persone e la salvezza delle cose mediante la prevenzione e la estinzione degli incendi e l’apporto dei soccorsi tecnici in genere.


L’articolazione organizzativa continua a basarsi sulla dimensione provinciale in quanto il Corpo Nazionale era composto da tanti corpi provinciali quante sono le province del regno dotati di personalità giuridica e vasti poteri di autorganizzazione. In tali Corpi coesistono personale permanente e vigili
volontari.



Nella legge inoltre viene stabilita una forma di monopolio nell’estinzione degli incendi in quanto viene escluso ogni altro tipo di servizio pubblico nel settore. Nel 1961 e siamo arrivati alla situazione attuale viene effettuato un riordino dei vigili del fuoco che diventano struttura statale con soppressione dei corpi provinciali sostituiti dai Comandi Provinciali quali articolazioni periferiche del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco incardinato nella Direzione Generale dei Servizi Antincendi del Ministero dell’Interno



Le competenze sono precisate ed ai Vigili del Fuoco è attribuito il soccorso tecnico per la tutela della incolumità della vita umana e la preservazione dei beni anche dai pericoli derivanti dall’impiego dell’energia nucleare, la prevenzione ed estinzione degli incendi, l’addestramento delle unità preposte alla protezione della popolazione sia in caso di calamità che di eventi bellici.