Comando Provinciale Vigili del FuocoComando Provinciale Vigili del Fuoco Belluno


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Storia dei Vigili del fuoco di Belluno

 

 

La prima vera organizzazione antincendio in provincia di Belluno risale al 1866, quando a Cortina d'Ampezzo, non ancora italiana, viene fondato il corpo dei Pompieri Volontari. Organizzati e dotati di apposita attrezzatura, al suono delle campane intervenivano a Cortina e nei paesi limitrofi.

Questo corpo venne sciolto alla vigilia della prima guerra mondiale e rifondato nel 1919 per merito del cav. Angelo Dalus (1882 - 1974).

Nel 1874 a Dosoledo (Comelico Superiore), a causa dei numerosi incendi che colpirono i vari paesi della zona (in particolare l'incendio di Lozzo di Cadore nel 1867), nasce la Società Pompieri, che aveva il compito di operare sia nel paese che in quelli limitrofi.

Era impiegato per lo spegnimento degli incendi ed aveva anche compiti di prevenzione.

Nel 1883 nasce il corpo dei Civici Pompieri di Belluno.

Il comandante Ferdinando Massenz, in collaborazione con I'Assessore Delegato del comune di Belluno, stende il primo "Regolamento dei Civici Pompieri di Belluno" che viene approvato e firmato dall'ora Sindaco il 13 gennaio 1884.

Successivamente, il 13 giugno 1884, il Regolamento fu sottoscritto dalla Deputazione Provinciale (attuale Prefettura) e il 21 luglio 1884 dal Ministero dell'Interno.

Il 21 settembre 1884, viene promulgato il "Regolamento Disciplinare per il Corpo dei Civici Pompieri di Belluno" che viene sottoscritto dai primi dodici pompieri il 28 settembre 1884 e da altri tre l'8 marzo 1891.

Nel 1883 il corpo appena costituito riceve il permesso di effettuare esercitazioni la domenica mattina nel cortile del convento dei Gesuiti (attuale Parco Città di Bologna), di stabilire il magazzino nei palazzo del Comune e di alloggiare i muli sotto il portico interno della Prefettura.

Già dal settembre 1884 si ha però notizia che il nuovo magazzino dei Pompieri si è stabilito in un locale al pian terreno del Palazzo delle Assise (ora palazzo Belluno), dove venivano custodite le macchine e gli attrezzi.

Nei regolamenti si trovano ancora riferimenti alla Guardia del Fuoco comunale, che ha l'incarico  di tenere in efficienza  i mezzi necessari all'allarme e agli interventi, di presidiare il magazzino e di inviare sul luogo degli interventi macchine e mezzi necessari.

Nel 1887 su iniziativa di alcuni abitanti della comunità di Pieve di Livinallongo, nasce il locale corpo dei pompieri e, qualche anno dopo,  si svilupperà una sede di pompieri anche nella frazione di Arabba dove attualmente esiste ancora il locale distaccamento volontario.

Nello stesso anno 1887 nasce a San Vito di Cadore la "Società dei Pompieri", fondata a seguito del disastroso incendio della frazione di Chiappuzza (1880).

Già dal 1882, infatti, la locale comunità si è dotata di una "macchina idraulica per l'estinzione degli incendi".

Attorno al 1890 inoltre la Società Pompieri volontari si dota anche di una banda musicale composta da una quindicina di elementi.

Nel 1893 nasce un corpo di Pompieri volontari anche a Valle di Cadore e nel 1894 un'analoga istituzione viene fondata anche nel comune di Auronzo di Cadore.

Anche in questo caso l'istituzione si chiamerà "Società Pompieri Volontari", che si avvale anche di una banda musicale.

Il  22 gennaio 1899 a Lorenzago di Cadore si tiene la prima "Adunanza dell'Assemblea Generale" per discutere l'atto di fondazione dell'Associazione Pompieri Volontari, promulgato il 12 gennaio dello stesso anno.

L'associazione dispone, sin dalla sua fondazione, di una banda musicale.

È il 23 settembre 1900 che a Colle Santa Lucia, ancora sotto il dominio dell'impero austriaco, viene ufficializzata con atto sottoscritto dal Sindaco, la nascita di una "Società dei Pompieri Volontari". Il regolamento della Società viene promulgato il 26 novembre 1900. 

Nell'agosto del 1892 un furioso incendio rade al suolo il villaggio Al Monico in Cornute di Selva di Cadore e da quest'incendio si avverte fortemente la necessità di avere a disposizione un servizio sempre pronto per l'estinzione degli incendi.

Altri grossi incendi che avevano colpito alcuni paesi della provincia davano supporto a quest'idea (Lozzo di Cadore - 1867 e 1876, Dosoledo - 1874, Laggio di Cadore - 1875, Valle di Cadore - 1875, Calalzo di Cadore - 1887, Venas di Cadore - 1887, Caprile - 1895).

Sebbene a seguito dell'incendio del 1892 fosse già costituita a Selva un'organizzazione antincendio, la data ufficiale di fondazione della "Società Pompieri Volontari Selva di Cadore" risale al 16 marzo 1904.

Ormai tutti i paesi di montagna si rendono conto dell'assoluta necessità di dotarsi di un presidio organizzato di "Pompieri" preposto all'estinzione dei numerosi incendi che si verificavano.

Nel 1906 anche Calalzo di Cadore valuta I'opportunità di fondare un proprio Corpo con apposita delibera comunale.

Primo comandante fu nominato Osvaldo Fiori e la prima macchina in dotazione era una pompa a mano montata su un carro che veniva trainato sul luogo de1l"incendio a braccia.

Nella solennità di San Marco del 1911, viene inaugurata la "Società Pompieri Zoldo Alto" e solennemente benedetta la sua bandiera.

La Società ha incarico di intervenire in tutta la valle dei Maè e possiede vari magazzini dislocati a Fusine e nelle varie frazioni quali Brusadaz, Coi ed altre località in cui sono ricoverate le attrezzare necessarie agii interventi. 

L'11 novembre 1911 il paese di Longarone si dota di un proprio "Corpo di Pompieri" e al suo comando viene nominato Antonio Tovanella .

Intanto a Belluno, il Corpo dei Civici Pompieri è cresciuto sia di numero che di qualità.

Sono numerose le partecipazioni a convegni e manifestazioni pompieristiche sia locali che nazionali. Si ricorda la partecipazione nel gennaio 1886 a Roma al Congresso Nazionale del Corpo dei Civici Pompieri.

Intanto si evidenzia anche l'esigenza di trovare una collocazione più dignitosa dove ricoverare uomini, meni ed attrezzature di cui il corpo si è dotato.

Questo avviene nell'anno 1911, quando i Civici Pompieri si trasferiscono nella nuova sede di Piazza Piloni, terminata nel suo primo blocco l'anno precedente (1910); il 29 novembre 1913 il municipio di Belluno promulga un nuovo regolamento per i Pompieri, recependo anche le delibere del 28 dicembre 1906, 23 febbraio 1907 e 9 agosto 1913.

Nel 1915 l'Italia entra nella prima guerra mondiale e gli uomini abili che appartengono ai vari presidi antincendio della provincia vengono chiamati alle armi ed inviati al fronte.

Nei villaggi e nei paesi restano a garantire il servizio antincendio i più anziani e i più giovani, che continueranno comunque l'opera, mentre i Pompieri del Genio Militare venivano inviati dall'esercito nei centri più grandi e a ridosso del fronte.

Si hanno esempi a Belluno e a San Vito di Cadore, dove i Pompieri del Genio Militare resteranno sino ai primi mesi del 1919.

In questa data, sono numerose le comunità che rifondano propri Corpi e Società dei Pompieri.

Nel 1919 a Belluno viene nominato nuovo Comandante I'ingegnere Alberto Polit, laureato a Padova in ingegneria civile, che aveva prestato servizio durante la guerra in prima linea e successivamente era stato incaricato di numerosi ruoli sia militari che civili.

Nel 1921, per opera attiva ed instancabile del Comandante  Polit, il Corpo di Belluno viene dotato di attrezzature e moderni macchinari, ma soprattutto dotata di un'organizzazione fondata su criteri nuovi, tanto che al Convegno Nazionale di Ravenna di quell'anno i pompieri bellunesi riportano belle vittorie.

L'anno seguente il Municipio di Canale d'Agordo, valutando la necessità di avere sempre a disposizione uomini e mezzi per I'estinzione degli incendi, si dota di un proprio servizio e fonda la locale "Società dei Pompieri".

Negli anni venti vi è un progressivo miglioramento di macchine ed attrezzature a servizio dei benemeriti che si impegnano volontariamente nell'opera di spegnimento degli incendi.

I pompieri non si devono più autotassare, come succedeva all'inizio, per poter far funzionare i vari Corpi e Società, ma intervengono in maniera determinante le varie comunità che ormai si sono rese conto della preziosa opera svolta da quegli uomini.

Il Corpo Pompieri di Belluno è costituito totalmente da volontari che effettuano anche servizio notturno in caserma con una squadra di prima partenza.

Nel 1920, il Corpo Pompieri di Belluno è perfettamente organizzato ed è il più importante della provincia ed uno tra i migliori del Veneto, ed accorre, su chiamata, in aiuto anche fuori della città.

 

Corpo Provinciale dei Pompieri (1935)

Con il Regio Decreto Legge del 10 ottobre 1935, n. 2475, l'organizzazione provinciale e coordinazione dei servizi pompieristici compie passi importanti che porteranno negli anni successivi all'organizzazione antincendio attuale.

Viene istituito il Corpo Pompieri, posto alle dirette dipendenze dei Ministero dell'Interno, con un'organizzazione provinciale avente sede nel capoluogo di provincia e distaccamenti nei centri più importanti. È obbligatorio il contributo di tutti i comuni della provincia.

Il personale che presta servizio presso il Comando Provinciale passa a ruolo permanente, cioè presta la sua opera in via continuativa ed esclusiva al servizio antincendio, mentre nei centri minori continua a sussistere il servizio volontario.

Il comandante Polit emana quindi un primo regolamento per i Pompieri Provinciali.

Il 16 giugno 1938 viene promulgato un Regio Decreto Legge con il quale il termine Pompieri, finora utilizzato, viene sostituito dalla locuzione "Vigili del Fuoco".

Il servizio antincendio viene quindi equiparato in tutte le province d'Italia ed ogni Corpo assume un numero identificativo e un proprio motto:

 

Al Corpo di Belluno è assegnato

il numero 11

 

e il seguente motto

"Alere flammam et flammas repellere"

(alimenta la fiamma e spegni le fiamme)

 

 

Vigili del Fuoco e Corpo Nazionale (1941)

Alla vigilia della seconda guerra mondiale si ravvisa la necessità di rivisitare I'ordinamento riguardante i Vigili del Fuoco, per permettere una migliore risposta operativa in caso di operazioni belliche.

Viene quindi emanato il Decreto Legge 27 febbraio 1939 n. 333 recante "Nuove norme per l'organizzazione dei servizi antincendi".  

Vengono quindi definitivamente costituiti in Provincia i distaccamenti permanenti di Belluno, Feltre, Agordo, Pieve di Cadore, Cortina d'Ampezzo e Santo Stefano.

Tra la fine del 1940 e gli inizi del 1941 numerosi Vigili del Fuoco bellunesi, permanenti e volontari, sono inviati in varie città italiane per prestare opera di servizio antincendio, (si ricordano tra tutte Genova e Bari). Anche il Corpo Provinciale di Belluno versa il suo tributo di sangue con quattro Vigili caduti durante operazioni di soccorso conseguenti ad operazioni belliche.

Due anni più tardi è emanata la Legge 27 dicembre 1941, n. 1570, recante "Nuove norme per l'organizzazione dei servizi antincendi", che istituisce il Corpo Nazionale Vigili del fuoco ed aggiunge ai vari compiti anche il servizio di prevenzione incendi.

Al termine della guerra, in un'Italia distrutta, il Corpo Nazionale cerca di riorganizzarsi con una certa rapidità e, data la scarsità di automezzi a disposizione, si dota di quelli lasciati dalle truppe americane modificandoli per il servizio di soccorso.

Anche il Corpo Provinciale di Belluno non fa eccezione e nella sua sede ed in quelle dei suoi distaccamenti si trovano numerosi automezzi modificati.

Intanto prosegue l'opera di soccorso sul territorio data dai numerosi incendi in una provincia che si sta rapidamente riprendendo dalla tragedia della guerra (si ricorda in modo particolare l'incendio che interessa Resinego di Sopra, frazione di San Vito, nel 1954).

Nel 1951 uomini e mezzi del Corpo Provinciale di Belluno sono impegnati nella grave alluvione che colpisce l'intera area del Polesine, dovuta alla rottura degli argini del Po.

 

Disastro del Vajont 1963

Alle ore 22.39 del 9 ottobre 1963, dal monte Toc si stacca una frana con un fronte di circa due chilometri (260 milioni di metri cubi) che precipita nel bacino artificiale dei Vajont. Il movimento franoso  solleva 50 milioni di metri cubi d'acqua, che precipitano a valle toccando prima i comuni di Erto e Casso e devastando poi la valle del Piave provocando quasi 2.000 morti.

Interi paesi, tra cui Longarone, vengono spazzati via dalla furia delle acque. Immediatamente allertati, i Vigili dei Fuoco si portano sul luogo e, constatata la devastazione, fanno intervenire sul posto personale dei comandi provinciali di tutta Italia.

L'intervento, che si protrae per diversi mesi, vede impegnato il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco con centinaia di uomini e mezzi.

È sicuramente la catastrofe più grave con cui i Vigili dei Fuoco della provincia di Belluno hanno avuto a che fare.

 

Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco (1961)

La legge 13 maggio 1961, n. 469, abolisce definitivamente la precedente gestione finanziaria del Corpo Nazionale affidata ai contributi degli Enti locali, delegandola unicamente allo Stato dando al Corpo la connotazione definitiva di servizio nazionale.

I Corpi Provinciali si trasformano in Comandi Provinciali, che dipendono direttamente dal Ministero dell'interno, e che prestano un servizio uniforme su tutto il territorio nazionale. Viene eliminato il numero che contraddistingue i vari Corpi Provinciali.

Nei 1966 i Vigili dei Fuoco di Belluno sono gravemente impegnati nelle alluvioni che colpiscono il territorio della provincia. Si distingueranno ovunque per l'opera di soccorso prestata alle popolazioni coinvolte dagli avvenimenti alluvionali.

A seguito dell'alluvione in provincia vengono inaugurati alcuni nuovi distaccamenti con personale a servizio continuativo 24 ore su 24 e più precisamente: Forno di Zoldo, Canale d'Agordo, Caprile, Sappada e Tambre.

Questi distaccamenti cesseranno il servizio continuativo i primi mesi del 1969.

Passano due anni dall'alluvione e i Vigili del Fuoco Permanenti e Volontari sono nuovamente duramente impegnati nel disastroso terremoto del Belice che devasta la Sicilia nel 1968. Inviati sui posto con le sezioni operative complete di mezzi per il movimento terra, resteranno sui teatro del disastro alcuni mesi in condizioni molto difficili.

Nel frattempo continua l'impegno in provincia, non solo per gli incendi ma anche per i numerosi incidenti stradali che caratterizzano le nostre strade.

Nel 1969 il Comando Provinciale si sposta dalla sede ormai troppo piccola di Piazza Piloni a quella nuova ed attuale di Via Gregorio XVI, più ampia e funzionale per i compiti affidati ai Vigili dei Fuoco.

Nel 1971 viene consegnata al Comando la prima APS 150 (Auto-Pompa-Serbatoio), una svolta nella costruzione di automezzi per i Vigili del fuoco.

Passano alcuni anni e nel 1976 il Friuli Venezia Giulia viene colpito da due violente scosse di terremoto che causano circa mille morti.

Per la vicinanza all'area del disastro, i Vigili del fuoco di Belluno vengono immediatamente impiegati con le sezioni operative per prestare i primi soccorsi alle popolazioni interessate, impegno che si protrarrà per mesi.

È il 1980 quando un nuovo devastante terremoto colpisce l'Irpinia, in Campania.

Anche questa volta i pompieri bellunesi accorrono con i loro mezzi ed attrezzature a prestare l'opera di soccorso.

Il 1985 vede la nascita a Belluno, su iniziativa di un piccolo nucleo di appassionati, della Squadra Soccorso Valanghe per gli interventi in ambienti invernali.

Nel 1985 a Tesero (TN) e nel 1987 in Valtellina accadono due disastri, scatenati da cause diverse, ma con modalità e conseguenze simili.

Nel primo caso il cedimento di un bacino artificiale, nel secondo la caduta di una frana causano morte e distruzione. In entrambi i casi i Vigili del Fuoco di Belluno intervengono con uomini e mezzi per prestare soccorso.

Il 1997 vede l'impegno dei Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Belluno per il terremoto che colpisce le regioni di Marche e Umbria. L'intervento delle colonne mobili bellunesi si sviluppa in varie località per il primo soccorso alle persone e la successiva messa in sicurezza dei beni mobili.

L'anno 1999 vede l'impegno di Vigili permanenti e volontarie in missione nel territorio dell'Albania per portare sollievo alle popolazioni di quel paese, sconvolto dalla guerra e dall'estrema povertà.

Gli interventi del Comando in provincia sono intanto diventati più ampi e diversificati, passando dai 900 dei 1980 agii oltre 6.000 nel 2000.

Nell'ottobre 2002, quaranta Vigili del Fuoco di Belluno si recano a New York per partecipare alla sfilata del Columbus Day e rendere omaggio ai Vigili del Fuoco caduti l'11 settembre 2001 nell'attentato delle torri gemelle.

I mesi di ottobre e novembre del 2002 vedono i Vigili del Fuoco impegnati nel terremoto che colpisce la provincia di Campobasso, provocando morte e distruzione in una scuola elementare di San Giuliano.

 

Dipartimento dei vigili del fuoco, soccorso pubblico e difesa civile (2003)

Nei primi mesi del 2003 la Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendio, da cui dipende il Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco, assume la denominazione di Dipartimento dei Vigili dei Fuoco Soccorso Pubblico e Difesa Civile, con una nuova struttura sempre nell'ambito del Ministero dell'interno.

Nel febbraio 2005 gli uomini del Comando di Belluno sono impegnati, con mezzi movimento terra e con il gatto delle nevi, per le eccezionali nevicate che colpiscono il centro Italia. 

Nel 2007 i Vigili del fuoco di Belluno sono nuovamente impegnati in Puglia per i gravi incendi di bosco che hanno funestato quella regione.

Nel 2009 l'Abruzzo viene colpito da una violenta scossa di terremoto che causa oltre 300 vittime. I Vigili del fuoco di Belluno sono accorsi immediatamente a L'Aquila con le sezioni operative per prestare i primi soccorsi alle popolazioni interessate, impegno che si protrarrà per oltre un anno.

 

Il 1° raduno nazionale dei Vigili del fuoco a Cortina d'Ampezzo (2010)

LocandinaDal 10 al 12 settembre 2010 il Comando dei Vigili del fuoco di Belluno, sotto la direzione del Comandante provinciale Claudio Giacalone, ospita il 1° raduno nazionale dei Vigili del fuoco di Cortina d'Ampezzo.
 
Il raduno rappresenta, per la prima volta nella storia dei Vigili del fuoco italiani, un momento di incontro di tutte le componenti del Corpo Nazionale, dal personale operativo e dei ruoli amministrativi, tecnici e informatici, al personale volontario e agli appartenenti all'Associazione nazionale dei Vigili del fuoco, secondo un programma ricco di convegni, di eventi, di manifestazioni ludiche, ma anche di tipo culturale, che ha soddisfatto le aspettative del personale VV.F che è sopraggiunto da ogni parte d'Italia.
 
La manifestazione ha riscosso un enorme successo, testimoniato dalle numerosissime autorità presenti, dalle delegazioni straniere arrivate a Cortina, compresi i Vigili del fuoco di New York, dal riscontro del territorio che ha apprezzato i pompieri, e anche da tutti i mass media della carta stampata e delle televisioni, che hanno dimostrano grande interesse per una novità assoluta nel panorama delle manifestazioni organizzate dalle Istituzioni italiane.
I Vigili del fuoco, con il loro primo raduno, hanno mantenuto vivi i valori di amicizia e solidarietà tra gli appartenenti al Corpo e ne hanno esaltato le tradiizioni.
 
 
Nicola Rossano
 
da Vigili del fuoco di Belluno - C'era una volta ... c'è ancora oggi - Arcari Editore - 2005