Comando Provinciale Vigili del FuocoComando Provinciale Vigili del Fuoco Lecco


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La storia dei Vigili del Fuoco di Lecco


L'istituzione del primo nucleo di Vigili del Fuoco a Lecco risale alla fine del 1889, in seguito ad un grosso incendio avvenuto nella notte tra il 23 ed il 24 agosto dello stesso anno in un'abitazione di via Roma, in pieno centro cittadino. Quando si constatarono le pesanti conseguenze dell'avvenimento, in quanto a numero di vittime e danni subiti, ci si rese conto che c'era la necessità di stabilire un presidio fisso. All'epoca, infatti, il distaccamento di volontari più vicino si trovava a Valmadrera, paese molto più piccolo a circa 3 km sull'altra riva del lago Lario. Il motivo della presenza in quella località era l'esistenza nella zona di molte industrie, che quindi erano maggiormente soggette ad incidenti di vario tipo.
La prima sede della caserma lecchese fu nella stessa via Roma, nel palazzo donato al Comune nel 1891 dal possidente Luigi Ghislanzoni per volontà testamentaria. Ancora oggi in fondo al cortile si può notare quello che una volta era il deposito delle autopompe, attualmente adibito a garage di mezzi comunali.

I pompieri di Lecco si sono distinti fin da subito nelle attività ginniche sportive ed agonistiche. Ogni anno, infatti, tenevano dei saggi di addestramento nei cortili o nelle palestre delle scuole comunali e quando, nel 1896, venne fondata l'Unione Ginnastica Ghislanzoni, ne diventarono tra i componenti più attivi. Tra loro ci fu anche Fabio Bonacina, che partecipò alle Olimpiadi di Londra del 1948 e di Helsinki del 1952.

Durante la seconda guerra mondiale, quando Milano era sottoposta a pesanti bombardamenti, venivano chiamati a dare man forte reparti di Vigili del Fuoco da tutta la regione. La prassi operativa, che solitamente si svolgeva durante la notte, illuminata solo dai grossi roghi causati dagli ordigni, prevedeva di raggiungere delle zone periferiche prestabilite ed attendere lì la fine dell'allarme prima di intervenire. In quegli anni le forze presenti a Lecco ammontavano a 14 unità e quando in 10 si spostavano nel capoluogo lombardo, in sede restavano appena 4 uomini, con un solo automezzo per far fronte alle chiamate, lasciando la città praticamente sguarnita.

In quei giorni frenetici si era sempre impegnatissimi e anche le poche ore di riposo venivano trascorse sul mezzo di soccorso. Durante una di queste operazioni, il giorno di Ferragosto del 1943, perse la vita il vigile Alberto Dozio del Distaccamento di Merate, travolto dal crollo di un cornicione mentre cercava di entrare con il getto d'acqua in una casa in fiamme colpita da spezzoni incendiari. Il Comune di Milano gli conferì alla memoria una medaglia d'oro di benemerenza l'1 novembre dello stesso anno.

Ma anche Lecco e dintorni furono soggetti a numerosi bombardamenti. Quello che provocò i danni più ingenti si verificò il 22 novembre 1944, quando vennero colpiti i serbatoi di benzolo del deposito Saba Dell'Oca. Lo scoppio fu assordante e si sollevò una nube nera gigantesca che oscurò il cielo soprattutto a Valmadrera e Civate. Il focolaio fu circondato dal getto degli idranti dei Vigili del Fuoco, i quali impiegarono due giorni per spegnerlo del tutto. Nel frattempo molta gente aveva abbandonato le proprie case per rifugiarsi presso il santuario di San Martino al Monte, anche perché l'incendio rischiava di propagarsi al vicino gasometro, con conseguenze facilmente immaginabili.

La città fu invece bersagliata soprattutto durante l'ultimo quadrimestre della guerra, cioè a partire dal gennaio 1945. L'intenzione era quella di interrompere i collegamenti stradali e ferroviari tra Milano e Sondrio, bloccando una eventuale via di fuga verso i monti della Valtellina. Il progetto riuscì solo in parte, infatti fu distrutto un tratto di ferrovia ed il magazzino del materiale rotabile, mentre rimase indenne il ponte Azzone Visconti sul fiume Adda, che non fu mai centrato a causa della conformazione del territorio (il monte Barro molto vicino). Furono però colpite molte zone della città a ridosso del lago, tra cui il borgo antico di Pescarenico.

Nella notte del 23 febbraio 1969 una frana si staccò dal monte San Martino e travolse una casa di tre piani, provocando sette vittime, di cui cinque giovanissime fra i 3 e i 26 anni. Importante fu in quella occasione l'intervento dei Vigili del Fuoco, per prestare soccorso ai feriti rimasti intrappolati sotto le macerie e a coloro che erano invece bloccati nelle loro case a causa dei detriti accumulatisi. Furono mandate anche delle squadre di supporto da Como. Si dovette inoltre provvedere ad illuminare la zona con delle fotoelettriche, perchè un masso rotolando aveva tranciato un palo della luce, lasciando al buio tutta la zona. Questo avvenimento scosse parecchio la popolazione lecchese, che assistette in massa ai funerali delle vittime, facendo fermare tutta la città per un pomeriggio.

Il 2 luglio 1987 ci fu la tragica alluvione in Valtellina, quando un'enorme massa d'acqua trasportante detriti di ogni genere si riversò su case, industrie e coltivazioni, provocando decine di vittime e danni a non finire, oltre a frane e smottamenti vari. Le vie di comunicazione erano interrotte e in molte zone si poteva arrivare soltanto con il gommone o l'elicottero, tra l'altro con delle condizioni meteorologiche particolarmente avverse e pericolose. L'opera dei soccorritori, provenienti da diverse regioni d'Italia e non solo dalla Lombardia, fu lunga e difficile e solo dopo una settimana vennero ripristinati i collegamenti stradali, elettrici e telefonici. Anche una buona parte del personale VVF di Lecco, nella misura di circa il 75%, partecipò alle spedizioni della colonna mobile e fu presente nei luoghi colpiti dalla calamità a turni di una settimana, per più di un mese.

Alcuni tra gli altri interventi più importanti effettuati dai Vigili Del Fuoco di Lecco sono stati: l'incidente nei pressi di Monza del treno Lecco-Milano nel gennaio 1960, l'incendio della segheria di Airuno nel 1967, l'esplosione nella raffineria Ilsea in località Moregallo nell'autunno 1981, il recupero dell'aereo ATR precipitato in località Conca di Crezzo nell'autunno 1987.

L'attuale sede operativa in piazza Bione è stata inaugurata il 19 dicembre 1955, in un periodo in cui c'era un organico che era un quinto di quello attuale, per cui adesso è diventata inadeguata. Infatti gli uffici amministrativi del Comando, nati dopo l'istituzione della provincia di Lecco nel 1997, si trovano in via Amendola, a circa un chilometro di distanza, e contano 16 addetti. Il personale operativo è invece composto da 76 tra vigili permanenti, capi squadra e capi reparto, suddivisi nei 4 turni giornalieri. Gli automezzi, inclusi quelli assegnati ai distaccamenti, sono circa 60 e comprendono diverse tipologie. Infatti, oltre alle classiche autobotti, autoscale, gru e fuoristrada ci sono anche barche, gommoni e moto d'acqua per gli interventi rapidi presso i laghi e i fiumi.

Oltre alla sede centrale, fanno parte del Comando Provinciale tre distaccamenti, che si avvalgono tutti di personale esclusivamente volontario: Bellano, Merate e Valmadrera.