Storia
La storia del comando VVF di Benevento è difforme da quella dei comandi confinanti: Benevento ed un piccolo fazzoletto di terra comprendente pochi altri comuni minori della zona dal 1077 al 1860, con rare e temporanee eccezioni, ha fatto parte dello stato Pontificio; la città era governata dai rettori del papa e circondato dai domini del re di Napoli.

Quindi il servizio antincendi della zona sotto la giurisdizione del rettore di Benevento era svolto da un corpo di pompieri organizzato militarmente, armato, che riceveva le direttive direttamente da Roma ed aveva le stesse uniformi dello Stato Pontificio, uniformi sia da parata che da tutti i giorni.

Gli altri comuni di quella che attualmente è la provincia di Benevento, invece, erano parte del Regno dei Borbone e venivano a cadere sotto la gestione di Avellino, Caserta e Napoli,
Benevento nel Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco
La storia del Comando di Benevento, come parte di un corpo nazionale organizzato, comincia con la sua istituzione ufficiale, nel 1939.
Nel 1947 venne prestato il primo giuramento di fedeltà alla Repubblica da tutti i “Pompieri” in servizio in città.
Il comando dei vigili del fuoco di Benevento negli anni ha fatto fronte a diverse calamità che hanno colpito la città e la provincia.
Il 2 ottobre 1949 la città sannita fu invasa dalla piena del fiume Calore che ruppe gli argini, travolse l'antico ponte Vanvitelli e ridusse ad un ammasso di fango il quartiere Ferrovia. Da incubo bellico il bollettino delle vittime: 20 morti, 2 mila senza tetto, danni per tre miliardi di lire. Tutto intorno frane e disperazione. il livello delle acque crebbe a tal punto che venne evacuato l'ospedale Fatebenefratelli.

Il 21 ottobre 1961 esonda il fiume Sabato allagando il rione Libertà, la via dei Mulini, l'area di porta Rufina e persino la sede del comando dei vigili del fuoco di Benevento del tempo. Danni ingenti alle abitazioni ed alle infrastrutture.
Ultimo evento particolarmente nefasto si è verificato il 15 ottobre 2015: le forti piogge causarono l'esondazione del fiume Calore e di altri fiumi minori che portarono alla morte di due persone e fecero danni incalcolabili al Sannio, soprattutto nella zona industriale del capoluogo. I danni superarono i 120 milioni di euro. Il pastificio Rummo venne travolto da un'onda alta oltre otto metri e solo per miracolo non vi furono vittime tra gli operai, ma lo stabilimento venne distrutto dalla furia delle acqua. La Agrisemi Minicozzi fu travolta in pieno: l'acqua alta dieci metri distrusse tutti i capannoni.

Motto e numero del comando
Il motto del comando è Civium pro bonis et vita, che si traduce letteralmente con Per i beni e per la vita dei cittadini. Il fatto che i beni vengano messi prima della vita è certamente inaspettato oggi ma in passato era realmente così anche dal punto di vista giuridico.
Il numero assegnato al comando di Benevento con la legge n°1570 del 27 dicembre 1941 fu il 12.