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pubblicato il 30 marzo 2017  

ISA: Seminario "UAV & SAR: i droni nelle operazioni di salvataggio"

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Dal 2015 a oggi, oltre 2.000 missioni dei Vigili del Fuoco sono state eseguite con l’ausilio di Aeromobili a Pilotaggio Remoto (APR), meglio conosciuti con il nome di droni. I velivoli sono stati impiegati a supporto di operazioni di ricerca, di monitoraggio, di ispezioni interne ed esterne di edifici e, tra l’altro, in occasione del terremoto in Centro Italia, grazie al loro intervento sono state messe in salvo 291 persone. Con questi dati l'ing. Giuseppe Romano ha aperto il Seminario "UAV & SAR: i droni nelle operazioni di salvataggio", che si è svolto il 29 marzo scorso presso l'Istituto Superiore Antincendi.

Importanti interventi si sono susseguiti nel corso della mattinata.

L’ing. Riccardo Delise dell’Enac, ha illustrato la regolamentazione di questi apparecchi di alta tecnologia, demandata all’Ente nazionale per l'aviazione civile (Enac), unica autorità di regolazione tecnica, certificazione, vigilanza e controllo nel settore dell'aviazione civile. I droni infatti, per il codice di navigazione aerea, sono considerati «aeromobili paritetici ad aerei di linea», con degli obblighi ulteriori: non hanno mai la precedenza in volo, non possono entrare nello spazio riservato agli aeroporti, non possono sorvolare assembramenti di persone. La regolamentazione distingue anche i droni ad uso ricreativo, di piccole dimensioni, da quelli di dimensioni maggiori, generalmente di peso superiore a 25 Kg., che hanno maggiori obblighi e che possono essere pericolosi per il traffico aereo.

Il tema dell’addestramento dei piloti è stato trattato dal colonnello Davide Salerno, del centro di eccellenza APR di Amendola (Fg), ente dell’Aeronautica militare che collabora anche con altri istituzioni quali Carabinieri, Guardia di Finanza, Capitanerie e Croce Rossa. Il colonnello ha illustrato i moduli addestrativi utilizzati che si avvalgono di tre simulatori integrati - mini, tattico e strategico - che possono lavorare anche comunicando tra loro sullo stesso scenario. Il centro, ha riferito, prepara oltre 300 operatori con corsi di tre settimane di studi teorici e applicazioni pratiche, oppure di sole due settimane se il corso è dedicato a personale già in possesso di abilitazione come pilota di elicottero. Molto importante nella formazione dei piloti di droni è il fattore umano: la formazione di un operatore può richiedere anche un anno di intenso lavoro. In caso di incidenti provocati da droni o in caso di inconvenienti gravi, interviene l’Agenzia nazionale della sicurezza del volo (Ansv) che svolge delle inchieste per identificarne le cause. Inoltre, per evitare il ripetersi degli stessi incidenti, ha riferito il prof. Bruno Franchi, l’Ansv pubblica le relazioni dell’inchiesta e detta specifiche raccomandazioni di sicurezza.

Interessanti gli interventi sulle esperienze estere, quello del dr. Artur Krukowski, del Research for Science, Art and Technology (RFSAT) Ltd, che ha presentato il progetto Advanced Forest Fire Fighting (AF3); di David Lane, del SAR Academy Office – UK, che ha illustrato le attività di ricerca e salvataggio con i droni, in acqua e in caso di alluvioni; del tenente francese Arnaud Strina, del SDIS, che ha riferito dei numerosi casi allarmanti nell’uso dei droni civili che hanno sorvolato siti nucleari o che si sono pericolosamente avvicinati ad aerei di linea.

Nel concludere l’incontro, il Direttore centrale Giuseppe Romano ha enfatizzato l’importanza dell’evoluzione tecnologica in questo settore che, in taluni casi, supera addirittura la capacità di definire le corrette procedure operative da parte degli enti preposti al soccorso. Proprio per tale motivo, ha auspicato l’organizzazione di ulteriori incontri presso l’ISA per continuare a verificare le possibilità d'impiego che oggi offre l'innovazione tecnologica.

Il workshop è proseguito nel pomeriggio con interventi e case-history, moderati dall’ing. Franco Feliziani del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco.

  

     

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