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Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco - Dipartimento dei Vigili del Fuoco del soccorso pubblico e della difesa civile

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pubblicato il 18 aprile 2024  

Il Sottosegretario Prisco e i vertici dei Vigili del Fuoco a Bologna per incontrare il personale intervenuto per l'esplosione nella centrale di Bargi

Approfondimenti

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Nella mattinata del 18 aprile il sottosegretario di stato Emanuele Prisco, il Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile Renato Franceschelli e il Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco Carlo Dall’Oppio hanno incontrato nella sede della Direzione Regionale  dell’Emilia Romagna una rappresentanza del personale intervenuto presso la centrale idroelettrica di Bargi.
La delegazione è stata accolta dal Direttore regionale Francesco Notaro e dal Comandante provinciale di Bologna Calogero Turturici. Presenti all’incontro il Viceministro del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti On. Galeazzo Bignami ed il Prefetto di Bologna Attilio Visconti.
L’onorevole Prisco ha espresso il proprio apprezzamento per le operazioni compiute e per le modalità con cui si sono svolte le operazioni di soccorso. L’onorevole Bignami ha voluto ringraziare il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco per il grande impegno e la professionalità messi in campo durante l’emergenza.

Il personale che ha partecipato all’intervento ha raccontato le difficoltà incontrate durante l’intervento dovute alla scarsa visibilità, la conformazione dell’ambiente confinato, la minaccia di ulteriori crolli ed il subdolo pericolo del continuo aumentare del livello idrometrico nell’edificio.

Le operazioni di soccorso in seguito all’esplosione di martedì pomeriggio nella centrale idroelettrica di Bargi, sull’Appennino bolognese, sono iniziate nel primo pomeriggio di martedì 9 aprile ed hanno impegnato, ininterrottamente per quattro giorni, diverse articolazioni e componenti specialistiche e specializzate del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. La ricerca è stata complessa e difficile per via dell’architettura della centrale, che si sviluppa per quasi 40 metri sotto il livello dell’acqua del lago di Suviana per un totale di dieci piani interrati. L’impianto è raggiungibile solamente da una strada stretta, costruita pochi metri sopra il livello del lago, lunga circa due chilometri a fondo chiuso, senza ulteriori possibilità di altri passaggi.
L’esplosione è avvenuta all’ottavo piano, per cause ancora da accertare, provocando anche il parziale crollo del solaio sovrastante. A seguito dello scoppio, il nono e il decimo piano sono stati invasi dall’acqua proveniente dal lago e dalla condotta idrica di alimentazione della turbina. Il livello idrico all’interno dell’edificio, durante tutto l’intervento di soccorso, ha continuato incessantemente a salire allagando anche i piani sovrastanti.
Nella mattina dello scorso venerdì 12 aprile, il dispositivo di soccorso ha recuperato il corpo dell’ultimo operaio disperso. Giovedì erano stati trovati i corpi di tre dei quattro dispersi, martedì erano già stati trovati quelli di altri tre operai.

 

  

     

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