STORIA
Il servizio antincendi nell’Antica Roma
La storia dei Vigili del fuoco ha radici millenarie. La sua nascita si
può far risalire all’istituzione della Militia Vigilum dell’Imperatore
Augusto. Da allora, attraverso l’evoluzione di nuove professionalità e
dalle esperienze spesso nate durante e a seguito di gravi eventi
calamitosi, il Corpo Nazionale è diventato, per come lo conosciamo oggi, un vero e proprio unicum nel panorama internazionale dei Vigili del Fuoco.
La Storia del Corpo Dei Pompieri di Messina
La storia del Corpo dei Pompieri di Messina, come del resto di tutta la città, è caratterizzata da due momenti separati nettamente l’unno dall’altro dal disastroso terremoto e maremoto del 28 dicembre 1908. L’evento sismico che distrusse completamente la città portò via con se anche tutto ciò che la città aveva realizzato in merito all’organizzazione del soccorso e all’attività antincendi. Una città che, strategicamente posizionata nel Mediterraneo, era divenuta un fiorente centro di scambi soprattutto grazie alle attività portuali che rappresentavano il cuore dell’economia cittadina. Proprio per questo, per la presenza di numerosi magazzini, certamente la città disponeva di una “Compagnia delle Guardie Fuoco” (denominazione in uso nel periodo dell’occupazione francese) e che viene citata nel volume La Guerra di Messina nel 1848 – “Il furore del Pronio si scatenò particolarmente sul porto franco, il quale patì un nuovo incendio, che , facilmente, si propagò. I pompieri, accorsi con altri cittadini, furono costretti a desistere dall’opera di spegnimento per il tiro incessante delle mitraglie e dei cannoni. All’alba del26 febbraio il cannoneggiamento venne sospeso. Pompieri e volenterosi poterono intervenire efficacemente, per impedire, almeno in parte, la distruzione di tante ricchezze depositate”.
Tuttavia, pur non avendo certezza documentale si può certamente affermare che la data di fondazione del Corpo dei Pompieri di Messina è antecedente al 1848.
I primi documenti nei quali viene trattata la materia risalgono al 1863. Proprio in quest’anno attraverso alcune delibere del Consiglio Comunale viene dapprima istituita una commissione per la riorganizzazione del Corpo.

La riorganizzazione prevede una struttura militare del corpo composto da 82 unità dislocate presso due presidi cittadini. Per l’uniforme il 26 giugno 1863 il Consiglio delibera “….conformarsi la divisa in parola adottata nella cità di Torino……” .
Nel 1890 le sedi divennero tre, l’organico a quella data era composto da sole 44 unità di cui un Comandante, 7 Sottufficiali e 36 tra Caporali e Pompieri. Il comando del Corpo fu affidato al Comandante delle Guardie Municipali fino al 1900 quando venne bandito un concorso per il posto di Comandante dei Pompieri che fu vinto dal Vice Comandante del Corpo dei Pompieri di Genova Cap. Eduardo SIGNORILE, il quale prese servizio il 1 liglo 1900.
Nell’agosto del 1904 , fu emanato un nuovo regolamento nel quale furono previsti tre presidi antincendi nel territorio cittadino:
- 1° Sezione s. Alberto (Mandamento Arcivescovado)
- 2° Sezione Casa Pia (Mandamento Priorato)
- Picchetto presso il Palazzo Municipale Nell’aprile del 1906 il Comandante SIGNORILE e 14 Pompieri si recarono a Napoli ed Ottaviano per soccorrere la popolazione a seguito dell’eruzione del Vesuvio.
Il terremoto di Messina e Reggio Calabria
Alle 5,21 del 28 dicembre 1908 le due città dello stretto vennero devastate da un violentissimo terremoto seguito da un’onda di maremoto e da numerosissimi incendi che completarono l’opera distruttiva della natura.
I pompieri scampati ai crolli accorsero in aiuto dei cittadini sepolti nelle proprie abitazioni, durante le operazioni di salvataggio, a causa di ulteriori scosse, persero la vita tre Pompieri scampati al crollo delle caserme Giovanni DE GRAZIA, Frncesco IANNELLO e Giuseppe MAIOLIN. Lo stesso Comandante SIGNORILE perse la vita nel tentativo di soccorso di una donna rimasta sepolta tra le macerie della propria abitazione.
Giunsero in città numerose squadre di Pompieri da tutta Italia che operarono non solo in ambito di soccorso, ma soprattutto nella messa in sicurezza delle poche strutture rimaste agibili e nella ricostruzione della città. Un esempio tra tutti fu l’incarico conferito al Comandante dei Vigili del Fuoco di Roma ing. FUCCI di redigere un piano per la Difesa Incendi nelle zone colpite dove la costruzione di alloggi di fortuna in legno costituiva un alto rischio di incendi. Lo stesso FUCCI consigliò il Governo di inviare a Messina attrezzature idonee allo spegnimento, così dai primi di luglio del 1909 risultavano funzionanti 16 pompe a mano con relative dotazioni dislocate in casotti nelle varie zone baraccate della città.

Il disastroso evento rappresenta non solo uno spartiacque nella storia della città e quindi anche del Corpo dei Pompieri di Messina, ma è altresì universalmente riconosciuto come il primo episodio in cui i soccorsi giunti da ogni parte d’Italia e dall’estero diedero inizio al processo che porterà alla realizzazioni di organismi di coordinamento nazionali ed internazionali in materia di soccorso pubblico.
La riorganizzazione
Il giorno 4 settembre 1909 con deliberazione del Regio Commissario fu ricostituito il “Corpo dei Pompieri Municipali” e contestualmente venne approvato in nuovo regolamento del Corpo che specificò nel dettaglio i presidi antincendi, le competenze e le dotazioni tecniche collettive ed individuali. Iniziarono i lavori per la realizzazione della caserma centrale che fu ricostruita in legno in uno dei quartieri della “nuova Messina”.

L’organico fu successivamente incrementato raggiungendo le 90 unità con a capo l’ing. Cap. Enrico ORLANDINI già Comandante del Corpo dei Pompieri di Firenze.
Gli anni successivi videro il Copro dei Pompieri impegnato costantemente in interventi legati sia alle opere di ricostruzione della città, demolizioni, messa in sicurezza, crolli ed incidenti nei numerosi cantieri aperti; sia e soprattutto a dover fronteggiare gli immancabili incendi nelle baraccopoli ancora esistenti. Si pensi che dal censimento dell’anno 1915 su una popolazione di 147.000 abitanti, venivano rilevati 900 “fabbricati permanenti” e 15.000 “costruzioni provvisorie in muratura e legname”.
Era il 10 luglio 1924 quando un grosso incendio, alimentato da forte vento, distrusse il quartiere americano, l’Istituto Magistrale e 200 baracche. Al gravissimo incendio partecipò tutto il Corpo dei Pompieri di Messina e alcune squadre provenienti da Catania e Reggio Calabria. Per questo intervento il Ministro dei LL.PP. volle sottolineare il valoroso comportamento di tutti i Pompieri intervenuti. In merito a ciò così scriveva il Commissario Prefettizzio Gen. DENZA: “Mi è gradito esternare al Corpo dei Vigili del Fuoco di Messina i sensi di riconoscenza ed ammirazione della città tutta e miei, per l’opera piena di valore, di abnegazione, di sacrificio praticata da tutti i componenti il Corpo, in occasione dell’incendio del 10 corrente. E perché la detta opera che aggiunge al Corpo dei Vigili del Fuoco una nuova benemerenza, alle altre possedute, non rimanga impremiata ho dato disposizione che l’encomio inviato a V.S. de S.E. il Ministro SAROCCHI, e qui trascritto, sia riportato nel foglio matricolare di tutti i componenti del Corpo dei Vigili del Fuoco, che hanno preso parte alla nobile e pericolosa opera di spegnimento”.
Si arriva così al periodo delle grandi riforme dei servizi antincendi, attraverso le quali il carattere comunale e provinciale lascia il posto ad una organica organizzazione dei servizi di soccorso su base nazionale. Ad ogni Comando viene assegnato un numero ed un motto. Messina è il 51° Corpo ed ha il motto “ In periculis virtutem alo”.

Il 22 giugno 1940 il Prefetto Alberto GIOMBINI, a capo del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, autorizza l’intitolazione della costruenda caserma centrale al Vigile del Fuoco DELIA Salvatore, morto nel primo conflitto mondiale.
Agli inizi del 1940 l’organico era composto da 82 unità comandate dall’ing. Pietro AJOVALASIT. Il secondo conflitto mondiale era già iniziato e anche Messina si preparava a dare il suo tributo in termini di vite umane e distruzione, La città dello stretto, infatti, subì incessanti e pesanti bombardamenti che si intensificarono a ridosso dello sbarco delle truppe alleate in Sicilia. Lo stesso Prefetto GIOMBINI, dispose l’invio a Messina di unità in rinforzo provenienti da altri Comandi d’Italia. Il 29 settembre 1940 divenne operativo un nuovo distaccamento nella zona industriale, successivamente ne furono istituiti altri dieci in città compreso il distaccamento Porto ed in provincia i distaccamenti Taormina e S. Agata di Militello. Contestualmente continuavano ad arrivare rincalzi da tutti i Comandi del nord Italia.
I bombardamenti

23 marzo 1943
Tutto era pronto ormai, il 9 gennaio 1941 iniziano le incursioni aeree s Messina.I bombardamenti non si fermeranno fino all’ingresso in città delle truppe alleate.
Messina rappresentava militarmente un punto strategico, era necessario impedire dapprima l’arrivo in Sicilia di rinforzi dal continente, poi bisognava rallentare la ritirata dell’esercito dell’asse. Gli insediamenti portuali e i depositi costieri vennero presi costantemente di mira.
La città appena ricostruita con criteri antisismici innovativi appariva ai bombardieri come luogo indistruttibile. Infatti, dall’alto, le sagome degli edifici risultavano integri. Vennero utilizzate allora oltre a bombe dirompenti i famigerati spezzoni incendiari (una miscela di parabenzolo, zolfo e fosforo) che causarono ingenti vittime tra i civili a causa di crolli e incendi.
Gli incendi del Duomo

dall’altare maggiore 14 giugno 1943
Nei giorni 26, 27 e 28 maggio 1942 alcune incursioni aeree colpiscono il Duomo di Messina danneggiando gravemente la copertura realizzata in legno decorato, ed inaugurata appena tredici anni prima dopo lunghi lavori di ricostruzione post‐terremoto. Dalla relazione di servizio: “L’incendio è stato provocato dal lancio di alcune decine di spezzoni incendiari; lo stesso si propagò rapidamente….. il tetto presenta un’altezza variabile tra 15 e 32 metri accessibile solo dall’esterno. Per portare le lance con getti d’acqua, in tutto dodici, a quell’altezza i Vigili operarono con scale italiane ed a gancio, eseguirono ardite scalate delle pareti con largo impiego di cordami, creando dei taglia fuoco per l’interruzione della copertura, penetrando con maschere nella intercapedine per portare i getti d’acqua direttamente sul fuoco e sbarrare il pauroso progredire delle fiamme. Si comportano superbamente, come sempre e forse più di sempre.
Né la fitta pioggia di schegge, né la caduta di bombe dirompenti a breve distanza, durante il secondo allarme, rallentarono la vigorosa e tenace opera dei Vigili…..
F.to Il Comandante ing. Attilio D’ACIERNO”.
Dopo quell’incendio, ai Vigili fu assegnato un locale della canonica che ospitava 5 o 6 unità che venivano inviati ogni sera dal vicino distaccamento portuale. Avevano il compito di effettuare verifiche continue soprattutto dopo ogni allarme aereo. Uno di essi a turno doveva rimanere di guardia giorno e notte. Intanto tutti i monumenti presenti all’interno furono ingabbiati in sacchi di sabbia a protezione da schegge e dal calore.
Purtroppo la sorte del Duomo era segnata. La notte tra il 13 ed il 14 giugno 1943 spezzoni incendiari raggiungono nuovamente il tetto in legno del Duomo. L’incendio che ne consegue è devastante in pochissimo tempo tutta la copertura, che intanto era oggetto di riparazioni dopo le incursioni dell’anno precedente, viene distrutta ed implode all’interno delle navate. L’opera di spegnimento si è protratta per circa due giorni incessantemente, tuttavia ancora dopo dodici giorni i Vigili in servizio di vigilanza con secchi d’acqua dovettero estinguere piccoli focolai che si manifestano sotto le macerie. Dalla relazione di servizio: “… giunsi al Duomo alle 3,32, vidi che era in fiamme tutta la copertura in legno……… Entrato dalla Sacristia affacciatomi alla porta della Chiesa vidi che tutta la copertura era in fiamme e ormai irrimediabilmente condannata alla distruzione. Il tiraggio era tale che solo aggrappandosi agli stipiti ci si poteva affacciare alle porte. Subito dopo cominciarono a cadere dall’alto travi e impalcature incendiate e in seguito precipitarono disgregate e spezzate dalla terribile azione del calore persino le strutture in marmo che ornavano le colonne e le pareti del Tempio. I getti a pochi metri dal bocchello si polverizzavano e disperdevano turbinando nell’aria infuocata. Parecchi Vigili sono rimasti contusi ed ustionati. Parecchi saliti sul tetto delle navate laterali battevano l’incendio attraverso i tralicci di cemento armato dei finestroni. Due di essi persino, arrampicatisi nel buio della notte sull’impalcatura in legno posta sul lato destro della facciata, si portarono temerariamente sulle strutture del tetto altrimenti inaccessibili.
Fui testimone della più alta prestazione che i Vigili del Fuoco potessero dare e se anche il loro valore è stato sfortunato dichiaro la prestazione di tutti Ufficiali e Vigili degna di Encomio. Posso dichiarare che i Vigili hanno fatto oltre il possibile per salvare il Duomo a cui erano tanto affezionati e che alla fine della giornata più che la fatica era il dolore che segnava i loro volti…..
F.to Il Comandante ing. Mario CARELLI”
Il dopo guerra
Messina e i suoi “Pompieri” si ritrovano a dover affrontare nuovamente la ricostruzione della città. Ormai dal 1908 Messina è un cantiere aperto con tutte le difficoltà anche in termini di soccorsi che ne derivano. La caserma centrale, colpita più volte durante i bombardamenti, viene ricostruita, sempre nella medesima posizione.

Finalmente superati i difficili momenti del conflitto il Corpo Nazionale può strutturarsi organicamente su tutto il territorio. Le Scuole Centrali Antincendio, edificate a Roma nel 1938, iniziano a forgiare i nuovi Vigili del Fuoco che prenderanno servizio dopo un periodo di formazione ad altissimo livello.
E’ la legge 469 del 13 maggio 1961 a definire ancora più marcatamente il carattere nazionale del Corpo. Vengono, infatti, soppressi i Corpi provinciali con la conseguente creazione di un unico Corpo Nazionale. La divisa viene modificata ed il fregio recante il numero dei comandi viene sostituito.
Una nuova legge, intanto, la 996 del 8 dicembre 1970, istituisce la Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendio. In tale provvedimento normativo, recante norme per il soccorso alla popolazione colpite da calamità, viene disposto un ampliamento dei compiti ed una più dettagliata articolazione del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco.
Il neonato Corpo si trova subito a dover affrontare numerose emergenze alle quali partecipa il personale del Comando :
- 1968 Terremoto del Belice
- 1980 Terremoto Irpinia
- 1990 Terremoto Siracusa
- 1992 Emergenza eruzione Etna
- 1999 incendio e crollo edificio Palermo
- 2000 Alluvione Soverato
- 2002 Terremoto paesi etnei
- 2002 Emergenza eruzione Etna
- 2002 Emergenza eruzione Stromboli
- 2006 Alluvione Vibo Valentia
- 2009 Terremoto Abruzzo
- 2009 Alluvioni Messina
- 2010 Dissesto idrogeologico monti Nebrodi
FONTI
- Archivio storico Comando Provinciale Vigili del Fuoco Messina
- “L’attività del 51° Corpo Vigili del Fuoco durante i bombardamenti sulle città di Messina, S.Agata di Militello, Milazzo, Giardini e Taormina” Vincenzo ANDO’ 2007
- “Terremoto Calabro Siculo del 28 dicembre 1908 la nobile discendenza dei Vigili del Fuoco” Vincenzo ANDO’ 2008
- “I Vigili del Fuoco al servizio del Paese 50 anni di attività del Corpo Nazionale 1941-1991” Servizio documentazione e relazioni pubbliche Dir. Gen. Della Protezione Civile e dei Serv. Antincendio 1991
IMMAGINI:
- Archivio storico Comune di Messina;
- Archivio storico Comando Provinciale Vigili del Fuoco Messina;
- Archivio storico Comando Provinciale Vigili del Fuoco Torino;
- “Bombardamenti aerei nella seconda guerra mondiale” Amministrazione Comunale di Messina 1979;