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Storia

La storia dei Vigili del fuoco ha radici millenarie. La sua nascita si può far risalire all’istituzione della Militia Vigilum dell’Imperatore Augusto. Da allora, attraverso l’evoluzione di nuove professionalità e dalle esperienze spesso nate durante e a seguito di gravi eventi calamitosi, il Corpo Nazionale è diventato, per come lo conosciamo oggi, un vero e proprio unicum nel panorama internazionale dei Vigili del Fuoco.

La storia del Corpo

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Cenni storici

Fiamma Ascoli PicenoIl Corpo Pompieri, distinto in Corpi provinciali alle dipendenze del Ministero dell'Interno, fu istituito con D.L. 10 ottobre 1935, n. 2472. I Corpi provinciali erano organismi dipendenti dalle Province, dalle quali venivano amministrati.

Successivamente, con la legge 1021 del giugno 1938, fu introdotta la denominazione di "Vigile del Fuoco" in sostituzione di "pompiere".

Con il Regio Decreto 27 febbraio 1939 n. 333, il Corpo pompieri assumeva la denominazione di "Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco".

La nuova Direzione Generale dei Servizi Antincendi assunse il coordinamento dei Corpi Provinciali, numerati in ordine alfabetico (con l'eccezione di Roma n. 1 ed Agrigento n. 73). Al Corpo Provinciale di Ascoli Piceno era attribuito il numero 7.

La legge 27 dicembre 1941, n. 1570, abrogò tutte le precedenti leggi e disciplinò, ex novo, l'organizzazione dei servizi antincendi e dei soccorsi tecnici in genere, ribadendo che il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco era posto alla diretta dipendenza del Ministero dell'Interno.

L'assunzione del personale permanente avveniva, come tuttora avviene, su base nazionale, in seguito a concorso indetto dal Ministero dell'Interno.

Pur esistendo un Corpo Nazionale erano però i Corpi provinciali che avevano un organico sia del personale permanente che di quello volontario.

Con la Legge n. 469 del 13 maggio 1961 I Vigili del Fuoco diventano statali, attuando un nuovo tipo di organizzazione, tuttora esistente negli aspetti fondamentali.

Sono soppressi i singoli Corpi provinciali e si istituisce un unico Corpo nazionale a carattere civile, che viene suddiviso in Comandi provinciali, Distaccamenti e Posti di vigilanza, secondo la vecchia disposizione dei Corpi provinciali.

Vengono istituiti gli Ispettorati regionali e interregionali, con compiti di coordinamento dei Comandi provinciali.

Le norme riguardanti i compiti dei Comandi restano le stesse, con una insistenza maggiore sulle responsabilità inerenti la prevenzione incendi.

Norme successive hanno poi attribuito al personale, a seconda delle funzioni, le qualifiche di Agenti od Ufficiali di polizia giudiziaria e quella di Agenti di pubblica sicurezza.

Una ulteriore modifica dei servizi Antincendi viene attuata in seguito alle calamità naturali che funestano il Paese negli anni sessanta, con la Legge 8 dicembre 1970 n. 996, sulle Norme sul soccorso e l'assistenza delle popolazioni colpite da calamità.

Con questa legge la Direzione Generale dei Servizi Antincendi, presso il Ministero dell'Interno, assunse la denominazione di Direzione Generale della Protezione Civile e dei Servizi Antincendi e le strutture del Corpo, pur mantenendo le attribuzioni previste furono riordinate.

Rispetto alla specifica situazione di calamità, oggetto principale della legge, il Corpo è tenuto ad assicurare gli interventi tecnici urgenti e l'assistenza di primo soccorso alle popolazioni colpite, e a tal fine vengono istituiti dei reparti mobili di immediato impiego, adeguatamente e specialisticamente attrezzati.

Il Corpo viene dotato di un Servizio Telecomunicazioni costituito da un Centro Radio e da Laboratori Radio Regionali ed Interregionali.

Con la Legge n. 850 del 27 dicembre 1973 scompaiono le vecchie denominazioni di origine militare del personale permanente operativo, che vengono sostituite con altre, più attinenti al servizio civile.

Non esistono più Ufficiali, Sottufficiali ecc., ma Ingegneri, Geometri o Periti del ruolo tecnico, Capi reparto, Capi squadra e Vigili.

Con la Legge n. 930 del 23 dicembre 1980 viene istituito il Servizio Ispettivo Antincendi Aeroportuale e Portuale, suddiviso in tre Ispettorati, rispettivamente per l'Italia settentrionale, l'Italia centrale e la Sardegna, e per l'Italia meridionale e la Sicilia.

Con la Legge 24 febbraio 1992 n. 225 il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco diviene componente fondamentale della Protezione Civile, della quale fanno parte anche le Forze armate, le Forze di polizia, il Corpo forestale dello Stato, la Croce Rossa italiana, le Organizzazioni di volontariato ecc. 

In seguito allo sviluppo del paese i compiti attribuiti ai Vigili del Fuoco diventano sempre più complessi e differenziati, fino a che con D.Lgs 8 marzo 2006 n. 139relativa al "Riassetto delle disposizioni relative alle funzioni ed ai compiti del Corpo nazionale dei vigili del fuoco" si stabilisce che: "Il Corpo nazionale dei vigili del fuoco, è una struttura dello Stato ad ordinamento civile, incardinata nel Ministero dell'interno - Dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, per mezzo del quale il Ministero dell'interno assicura, anche per la difesa civile, il servizio di soccorso pubblico e di prevenzione ed estinzione degli incendi su tutto il territorio nazionale, nonché lo svolgimento delle altre attività assegnate al Corpo nazionale dalle leggi e dai regolamenti, secondo quanto previsto nel presente decreto legislativo."

Cronologia dei Comandanti

  • Ing. Daniele CENTI (2022 - in corso)
  • Ing. Luca VERNA (2019 - 2022)
  • Ing. Paolo MARIANTONI (2017 - 2019)
  • Ing. Mauro MALIZIA (2014 - 2017)
  • Ing. Achille CIPRIANI (2011 - 2014)
  • Ing. Marco GHIMENTI (2009 - 2011)
  • Ing. Felice DI PARDO (2003 - 2009)
  • Ing. Giovanni NANNI (1996 - 2002)
  • Ing. Mario DI SABATINO 
  • Ing. Giacomo RUGGERI

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Il Presepe di Ascoli

«Il Presepe dei Vigili del Fuoco nasce da un'idea del Capo Squadra Federico FORLINI, ora in quiescenza, che un giorno passeggiando per Ascoli si soffermò sul ponte di Porta Maggiore guardando verso il Forte Malatesta. Osservando il ponte di Cecco nella sua parte inferiore, notò che la campata principale poteva rappresentare alla perfezione la capanna della Natività. Di lì ad immaginare un Presepe sospeso sul fiume Tronto il passo fu breve. Riportata l'idea tra i colleghi in caserma, fu ottimizzata e creato un plastico da mostrare al Comandante, Achille Cipriani, che accolse con gran favore il progetto e mise immediatamente al corrente l'Amministrazione comunale di quanto si intendeva realizzare quale "dono per le festività dai Vigili del Fuoco del Comando di Ascoli Piceno alla cittadinanza". Anche in Comune l'idea piacque, e parecchio, tanto che si iniziò l'opera. Figure alte tre metri da lasciare sospese nel vuoto, realizzate artigianalmente nella caserma di Castagneti. Dapprima fu solo la Natività con la Vergine Maria, San Giuseppe e Gesù, con la sagoma di quest'ultimo scoperta solamente alla mezzanotte del 24 dicembre da un pompiere calatosi dal ponte con tecniche speleo-alpino-fluviali. Centinaia gli ascolani ed i turisti che, incuriositi da quel nugolo di uomini e mezzi che lavoravano, si affollavano sul ponte di Porta Maggiore per cercare di capire cosa stesse succedendo. Una volta svelato l'arcano le presenze crebbero esponenzialmente con macchinette e telefonini che immortalavano le varie fasi dell'opera. 

Nei due anni successivi il presepe venne ampliato aggiungendo un pastore, una broccaia, delle pecore ed i Re Magi. Grazie ad una sapiente illuminazione realizzata in collaborazione con gli uomini dell'ufficio tecnico comunale, la Natività divenne una vera e propria meta da parte di moltitudini giunte anche da fuori i confini nazionali. Alcune immagini finirono addirittura in rete solcando siti svedesi, svizzeri, tedeschi ed americani. Il progetto era a termine e dopo tre anni non fu più riproposto nella sua collocazione originale. Con i tragici eventi sismici del 2016 che colpirono il Piceno, il Presepe tornò a "vivere" cambiando però sito. Fu sistemato ad Arquata del Tronto, luogo simbolo della furia devastante del terremoto, come simbolo di speranza, per una pronta rinascita, da donare ad una popolazione che aveva perso tutto. Anche in questo caso una adeguata illuminazione lo rese perfettamente visibile dalla strada consolare Salaria. Un'opera del genere non poteva rimanere chiusa in un magazzino e dopo tantissime richieste che giungevano al Comando di vederlo di nuovo in scena, ecco una nuova location: l'anfiteatro romano del capoluogo piceno. Altro scenario monumentale, imponente, che contribuì ad accrescere la meraviglia di questa Natività. Quest'anno lo scenario è quello dei giardini pubblici di corso Vittorio Emanuele.

Il Presepe sospeso sotto il Ponte di Cecco resterà un unicum, non verrà più riproposto in quel luogo, ma ora, qui, ve ne proponiamo alcune immagini.»

Presepe sospeso

Presepe - Galleria Immagini

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