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Storia

Storia del Corpo

La storia dei Vigili del fuoco ha radici millenarie. La sua nascita si può far risalire all’istituzione della Militia
Vigilum dell’Imperatore Augusto. Da allora, attraverso l’evoluzione di nuove professionalità e dalle
esperienze spesso nate durante e a seguito di gravi eventi calamitosi, il Corpo Nazionale è diventato, per
come lo conosciamo oggi, un vero e proprio unicum nel panorama internazionale dei Vigili del Fuoco.

Per saperne di più ...

La Storia del Corpo

Cenni storici Comando VVF CUNEO

 

I Comandanti dal 1937

I Comandanti VVF di Cuneo dal 1937

 

Il Periodo Bellico

Cuneo periodo Bellico
Testo e Materiale tratto dal Libro "Uomini Coraggiosi" Valter Aimar

 

Inaugurazione nuova Sede Corso Alcide de Gasperi, 71 - Cuneo

Cuneo-NuovaSede
Testo e Materiale tratto dal Libro "Uomini Coraggiosi" Valter Aimar
Cuneo-NuovaSede2
Testo e Materiale tratto dal Libro "Uomini Coraggiosi" Valter Aimar

 

SCHIANTO DELL'AEREO DEL RE D'ARABIA, IBN SAUD (1963)

Nel cuore della notte, un Comet C 4, mentre sorvolava la Granda, si schiantò sulla “Catena delle Guide” in alta Val Gesso.
Si trattava dell'aereo del Re d’ Arabia, IBN Saud.
Sul velivolo viaggiavano 18 persone, tra cui 2 piloti americani ed una hostess.

Dal terribile schianto, nessun superstite. Si è raccontato molto della tragedia, si sono persino diffuse voci che la popolazione locale fosse salita sul posto alla ricerca del tesoro del Re d’Arabia, che l’aereo avrebbe trasportato. Verità o leggenda?

I Vigili del Fuoco di Cuneo furono impegnati per intere settimane nella ricerca dei resti, prima di tutto di quelli delle vittime.

Il Comandante provinciale, Ing. Cocco, aveva attribuito al Vice Comandante, Arch. Pierino Ponzone, l'incarico di organizzare le squadre che tutte le mattine, dal campo base di S. Anna di Valdieri, partivano con acqua, viveri e radio portatile, alla ricerca dell'aereo in una zona erta e vasta.
Il responsabile aveva quindi suddiviso il personale in gruppi di competenza: sciatori, vigili permanenti di Cuneo e vigili volontari del distaccamento di Valdieri, montanari e
conoscitori della zona.
Nelle operazioni erano presenti anche vigili temporanei richiamati in servizio.
Una volta indossate le ghette e le ciastre, sci sulle spalle, si partiva per combattere anche contro il maltempo, la neve e il freddo.
Iniziava l’avventura.


Il primo giorno le ricerche si concentrarono nell’area delle Terme di Valdieri, ma le avverse condizioni climatiche e la caduta di valanghe fecero sospendere l’intervento.
Il secondo giorno fu la volta del vallone della Vagliotta, che porta alla Cima Lausetto 2687 metri, con la collaborazione del Battaglione degli Alpini, dei Carabinieri, del personale del
soccorso alpino.
“Ricordo – dice Giovanni Rabbia– che si pestava la neve, uno davanti all’altro per battere un sentiero. Poi, arrivati in quota, bagnati come pulcini, iniziammo le ricerche vere e
proprie. Quel giorno e per i seguenti, l’esito fu sempre lo stesso: nessun resto ritrovato, condizioni di tanta, troppa neve. ..."

Cuneo-Aereo1963
Testo e Materiale tratto dal Libro "Uomini Coraggiosi" Valter Aimar
Cuneo-Aereo1963_2
Testo e Materiale tratto dal Libro "Uomini Coraggiosi" Valter Aimar

 

NEL BURRONE IL PULLMAN di ritorno da SANT'ANNA di VINADIO (1985)

... quando tra le 16.30 e le 16.40, fummo subissati da concitate richieste e segnalazioni:
un pullman, con 40 persone a bordo, era precipitato in un burrone della Valle Stura.
Stava scendendo dal Santuario di Sant’Anna di Vinadio, il più alto d’ Europa, in un tratto di strada stretta, tutta a curve di grande dislivello, che per la maggior parte dell’inverno è
chiusa al traffico, ma che d’ estate è molto frequentata.


“Una volta era il valico del Sale, battuto da gente che un po’ con il commercio, un po’ per il contrabbando, si era abituata per secoli a fare a pugni con la miseria.
Adesso ci arrivano turisti e villeggianti anche attraverso la frontiera della Francia, ma soprattutto i pellegrini, che si arrampicano fino al Santuario a 2000 mt.
La tradizione dice che su uno spuntone di roccia è apparsa S. Anna.
C’è anche una pietra arrivata chissà come, sulla quale si dice che S. Anna, madre della Madonna, avrebbe appoggiato i piedi: le impronte ci sono davvero e ci sono tanti cuori d’argento, quadretti, ex voto di chi ha voluto portare il ricordo di una grazia ricevuta.
A luglio e ad agosto migliaia di automobilisti s’ infilano lassù La società dell’ATI di Saluzzo ci manda un pullman di linea tutti i giorni, che fa la spola tra Cuneo e S. Anna. Nel cuore
dell'estate il servizio viene raddoppiato e sono due i torpedoni, uno dietro l’altro, che vanno e vengono per la Valle Stura.

Salgono al mattino e scendono alla sera: partenza h 7.30 da Piazza Galimberti a Cuneo e arrivo dopo 2 ore e mezza di strada.
La corriera si ferma accanto alla chiesetta, tra due banchetti che propongono santini. Poco distante c’è una casa del pellegrino con un chiosco che offre invece bibite e panini, ma
più spesso, la gente i panini se li porta da casa.
Di solito, alle 16.20 circa, il pullman si muove dal Santuario, arriva a Vinadio un’ora dopo. Sedici chilometri e oltre mille mt di dislivello ed alle 18 rientra a Cuneo.
Questa volta non è rientrato”
conclude lapidariamente Lorenzo del Boca sul suo servizio di cronaca per La Stampa.
Il bilancio fu drammatico: 40 persone nel burrone, 11 morti, 28 feriti. ...

Cuneo-Sant'Anna di Vinadio 1985
Testo e Materiale tratto dal Libro "Uomini Coraggisi" Valter Aimar

 

LA GRAVE ALLUVIONE NEL CUNEESE (1994)

I fiumi Tanaro, Cevetta e Bogina uscirono dai loro argini, trascinando un’enorme quantità di detriti e causando più di 70 morti. La furia del Tanaro e dei torrenti sgretolò le colline, portando devastazione nelle valli.


In alcune zone della Liguria e soprattutto nel basso Piemonte, ci furono esondazioni, vittime ed emergenze meteo, ma la provincia di Cuneo risulterà quella più pesantemente colpita dagli effetti dell’evento alluvionale, e purtroppo dovrà contare 29 morti.

Anche per noi soccorritori furono momenti drammatici: due Vigili bloccati nel Tanaro, ore d’ angoscia dentro il fiume in piena, nell'intento di trarre in salvo una coppia di coniugi settantenni.
Donato e Giuseppina Manildo erano rimasti prigionieri nella loro casa, circondata dall’ acqua, in località Martinetto.

L’allarme era scattato alle 7.30, ma quando il loro figlio si accorse che il Tanaro era già straripato, non riusciva, nonostante le sue insistenze, a convincere i genitori a mettersi in salvo e a lasciare l'abitazione. Anche all'arrivo sul posto dei primi soccorritori, gli anziani continuavano a dire che si trattava di un fatto normale, che non era la prima volta che l’acqua arrivasse fino alla porta dell’abitazione. Visto vano ogni tentativo di farli uscire di casa, il figlio si allontanò per alcuni minuti a controllare la situazione della
strada per Cigliè.
Ma, al ritorno, la situazione era improvvisamente precipitata e l’uomo non riusciva più a raggiungere la sua casa e soprattutto i suoi genitori.
Diede subito l’allarme e per primi arrivarono i Vigili del Fuoco di Cuneo.
Racconta il mio amico Guido Giraudo, uno dei pompieri soccorritori:


“Entrammo in acqua con il gommone per recuperare gli
anziani, ma, proprio quando avevamo quasi raggiunto la
casa, fummo travolti, investiti dal tronco di un albero che
galleggiava sull’acqua, e il gommone si rovesciò.
La forte corrente ci trascinò a valle per oltre 200 mt, ma
fortunatamente riuscimmo ad aggrapparci ad un albero.
Da soccorritori, improvvisamente eravamo diventate persone
da salvare, in mezzo al Tanaro che continuava a salire.
Con il trascorrere di interminabili ore, finalmente riuscirono a
raggiungerci altri colleghi, carabinieri, volontari, per cercare,
con l'aiuto di corde, di portarci in salvo. Misero in acqua
anche un motoscafo portato sul luogo, ma la forza del fiume
respingeva ogni tentativo”.


Intanto il figlio degli anziani si disperava. L'unico filo che lo legava ai genitori era quello del telefono con cui li rassicurava dicendo:

“State vicino ai muri, ora vengono a salvarvi”.


L’amico Guido riprende il racconto:

“Finalmente, nuotando con immenso sforzo, riuscimmo a lasciare gli alberi, le nostre ancore di salvezza, e con molta difficoltà, con la forza della
48 disperazione, raggiungemmo la casa degli anziani. Dopo tutte quelle peripezie, la pioggia fitta, la visibilità scarsissima, arrivò il lieto fine: salvi loro ed anche noi, destinatari di un
difficile salvataggio mediante un elicottero privato, pilotato da Carlo Bonetto e Marco Lodigini, che si alzò in volo, nonostante le impossibili condizioni di visibilità, salvandoci
tutti e quattro”.


Fu un'eccezione questo sorvolo, perché in seguito, agli elicotteri, per due giorni, non furono consentiti altri interventi, per assenza di visibilità.

Cuneo-Alluvione1994

 

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