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Vigili del Fuoco di Sassari - Cenni storici

Le origini del Corpo dei Pompieri di Sassari risalgono al 6 dicembre 1869, quando il Municipio istituì una compagnia di Pompieri.
La posizione esatta della caserma non è mai stata individuata con precisione, ma si ipotizza che fosse situata presso il Palazzo Municipale, come previsto dal regolamento all' articolo 41, le Guardie e i Pompieri dovevano essere accasermati negli stessi locali del municipio, con i graduati e le guardie in una camera separata dai capi squadra. 

Dopo la prima istituzione, il Corpo fu sciolto il 3 Gennaio del  1872 con le dimissioni di tutti gli appartenenti alla "compagnia" e poi ricostituito il 3 Febbraio del 1880.
Evidentemente dopo la prima costituzione dei civici pompieri era accaduto qualcosa che aveva distrutto, oppure reso non più idonea, la prima caserma utilizzata.
La conferma arriva indirettamente, tramite un documento dell'Ufficio d'Arte del Comune di Sassari, datato 26 aprile 1876, in cui vengono elencati i lavori eseguiti per la caserma dei Pompieri e del relativo magazzino, situato in un immobile in cui erano, qualche tempo prima, funzionanti le Scuole elementari e un antico Peso delle Farine, ubicati nell'abitato di Sassari.

Il documento tratta l'argomento relativo al conto finale, cioè uno schema dei lavori eseguiti con a fianco la cifra pattuita per il pagamento, redatto dall'impresario Calvia Baingio a nome della propria impresa.

Lavori


Un dato evidente, che si intuisce dal conto finale dei lavori del costruttore Calvia, riguardo la ristrutturazione della scuola e del locale del peso delle farine, è la mancanza di edificazione della stalla per i cavalli e il relativo fienile.

Tutto ciò, quindi, porta a ritenere che i Pompieri di Sassari, a differenza dei loro colleghi di città più grandi e importanti, non detenevano cavalli da trasporto per trainare carri, attrezzature e pompe, ma si affidavano esclusivamente alle loro braccia o a quelle di "volontari".

Il personale dei Pompieri, fino alla fine del XIX secolo, era composto da dieci persone, ma il Municipio avrebbe potuto impiegare fino a 50 unità, compresi i Pompieri, che erano inizialmente sotto il comando delle Guardie civiche e di un capo squadra.
L'assunzione nel Corpo dei Pompieri avveniva attraverso un concorso a titoli, mentre il Fontaniere, incaricato della manutenzione dell'acquedotto, era considerato un capo squadra.
Ma quale era il compito di questa figura professionale?
Intanto bisogna dire che il Fontaniere aveva un incarico molto prestigioso e remunerato, tanto che la paga annua per questo lavoratore superava addirittura quella del Comandante, di ben 300 lire.
Naturalmente il Comandante era quello delle Guardie Municipali, che era equiparato, per quanto riguarda il compenso, al Sotto Segretario Municipale, lì Fontaniere percepiva una retribuzione di l .800 lire annue, mentre quella del pompiere arrivava a 780 lire annue.
Si può dire, però, che il Fontaniere era la persona che rendeva funzionante anche il Corpo dei Pompieri.
Infatti gli incarichi assegnati e obbligatori, prevedevano la riparazione delle condotte d'acqua, delle valvole, dei pozzi, nonché l'istruzione ai pompieri e la tenuta in caricamento di tutti gli utensili e macchine da utilizzare per gli incendi.
Accorpava a sé gli incarichi di meccanico, di istruttore e di magazziniere, se rapportati a quelli di oggi, in vigore presso tutti i Comandi, previsti dall'ordinamento attuale dei vigili del fuoco.
Inoltre il Fontaniere doveva essere considerato come un capo squadra, quindi assimilato a quel grado, ed era per questa ragione che tutti i pompieri gli dovevano obbedienza e subordinazione.
Fra gli incarichi dei Pompieri municipali vi era quello di dover fare la guardia o il servizio all'acquedotto, ma in quel caso dipendevano direttamente dall'ingegnere Municipale o dal suo sostituto.

Nel 1928, il Podestà bandì un concorso per sei posti di Pompieri, con Luigi Vargiu che ottenne il terzo posto. La squadra dei pompieri nel 1931 comprendeva otto unità oltre al Comandante, con un orario di servizio di otto ore lavorative intervallate da quattro ore di riposo.

Da un foglio tipo protocollo firmato dal Comandante Pagliano, si ricava il numero e i nomi del personale in servizio il giorno 29 settembre 1931.
In quell'anno la squadra dei pompieri di Sassari era composta da: Coraduzza, Fiondi, Vargiu, Oggiano, Villani, Moroso, Manca, Battista.
I pompieri erano divisi in due gruppi di lavoro; il primo gruppo con Coraduzza, Vargiu e Moroso, svolgeva l'orario di lavoro in quattro ore la mattina, dalle ore otto alle ore dodici e la sera dalle sedici alle venti. Il secondo gruppo, Vargiu, Oggiano, Villani e Manca, coprivano le altre ore della giornata, cioè dalle dodici alle sedici e dalle venti alle ventiquattro.

Il pompiere Battista, invece, faceva il turno notturno e quindi doveva rimanere in caserma dalle ventiquattro alle otto dell'indomani.

Dal 1936, con l'entrata in vigore della legge nazionale, non potevano essere assunte nuove unità nel Corpo dei Vigili del Fuoco a Sassari. Le assunzioni avvenivano solo attraverso concorsi nazionali, e le nomine erano spesso temporanee.
Nel 1941, con l'articolo 62 della legge 1570, si stabilì un periodo minimo di appartenenza provvisoria per poter partecipare ai concorsi nazionali per i Vigili del Fuoco.

Nel 1931, dopo settantadue anni dalla sua prima istituzione, il Corpo dei Pompieri di Sassari conobbe una rinascita, evidenziata dalla richiesta di informazioni ad altri Corpi comunali italiani per migliorare l'organizzazione interna. Il nuovo regolamento del 1931 fu redatto prendendo spunto da quello inviato dal Comandante dei Vigili del Fuoco di Genova. Successivamente, nel 1935, il Podestà di Sassari approvò e deliberò...

atto

 

Istituzione Corpo nazionale Vigili del fuoco

La legge n° 1570 del 1941 è stata promulgata per regolamentare l'organizzazione dei Vigili del Fuoco e istituire un Corpo omogeneo in quasi tutte le città italiane. Il provvedimento prevedeva il decentramento provinciale esclusivamente per fini amministrativi, mantenendo criteri organizzativi uniformi su tutto il territorio nazionale. La legge conferiva al Corpo dei Vigili del Fuoco incarichi aggiuntivi, inclusa la preparazione del personale per la protezione antiaerea e altre esigenze di difesa territoriale.

La legge 1570 ha sostituito la denominazione di "Corpo provinciale" con "Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco" per evitare ambiguità e ha riconosciuto ai Corpi la personalità giuridica, consentendo loro di agire come entità locali capaci di compiere una serie di atti giuridici.

numerazioni

L'articolo 3 della legge ha istituito la Direzione Generale dei Servizi Antincendi, assegnandole ruoli statali e riconoscendola come parte delle Direzioni ministeriali. L'articolo 22 ha chiarito che tutti i servizi antincendio pubblici sono di competenza esclusiva dei Vigili del Fuoco, escludendo altre organizzazioni pubbliche o private.

La legge ha introdotto norme riguardanti automezzi, targhe unificate per i veicoli del Corpo e requisiti per le sedi di servizio, comprese dimensioni delle caserme, palestre e altre infrastrutture. Ha istituito la Scuola centrale di applicazione per la formazione teorico-pratica del personale dei Vigili del Fuoco.

Ecco quindi la nascita delle Scuole Centrali, accanto all'ippodromo di Capannelle a Roma, ancora oggi in piena attività.

Il Decreto Reale firmato dal Re Vittorio Emanuele III, del 16 marzo 1942, approvava anche la tabella concernente la forza organica dei Corpi dei Vigili del fuoco, da cui si evince che il totale dell'organico al Corpo di Sassari doveva essere di 100 uomini tra personale permanente e volontario. Tuttavia come recitava il Decreto del 16/03/1942, "la copertura dei posti previsti negli organici era subordinata alla esistenza dei corrispondenti mezzi finanziari nei bilanci dei singoli Corpi e della Cassa sovvenzioni antincendio"

Per il Comando di Sassari erano previsti solo tredici unità permanenti, suddivisi tra marescialli, brigadieri e vigili. Il restante personale, per un totale di ottantasette unità, doveva essere volontario di prima, seconda e terza classe. Anche gli ufficiali, reclutati tra il personale volontario, dovevano essere 2 unità.

In realtà questa forza organica di personale permanente, viene raggiunta solo negli anni successivi al 1970. Il problema, in quel periodo bellico, era legato al limitato bilancio del 76° Corpo, che, come per gli altri Corpi, era finanziato in parte dal canone a carico del Comune, quindi del numero di abitanti e delle spese riferite all'anno 1935. Ulteriori entrate finanziarie dei Corpi provenivano da eventuali contributi integrativi della Cassa Sovvenzioni Antincendio, dalle prestazioni a pagamento effettuate dal personale del Corpo, dai contributi di enti e privati e dalle rendite del patrimonio.

Con la circolare no 138 del 19 dicembre 1941 il Ministero trasmetteva ai Comandi dei Corpi le "Disposizioni generali per l'educazione fisica, il canto corale, la costituzione ed il funzionamento dei gruppi sportivi presso i Corpi dei Vigili del fuoco".
Niente era lasciato al caso, l'orario, la registrazione delle lezioni, le relazioni bimestrali, gli istruttori, le attrezzature e l'equipaggiamento. Il tutto era finalizzato ad una grande manifestazione del Campo nazionale, che si doveva svolgere ogni anno a Roma.

Era obbligatorio formare un gruppo sportivo in ogni Corpo provinciale, il quale doveva svolgere l'attività designata dal regolamento. Per il Comando di Sassari i vigili del fuoco dovevano praticare uno o più sport quali l'atletica pesante, il pugilato, il nuoto, il canottaggio.

Doveva essere insegnato anche il canto corale diviso per ore mensili; al Comando di Sassari erano previste 5 ore di canto nella sede centrale e 2 ore nei distaccamenti. In effetti, ricorda il vigile Casu Mario: "il venerdì di ogni settimana arrivava in caserma un maestro di musica, che abitava nel centro storico, in via Torre Tonda, si sedeva al pianoforte del Comando e, con l'ausilio della musica insegnava il canto corale a tutti i vigili".

In quel periodo la "caserma", la sede del Comando del 76° Corpo Vigili del Fuoco di Sassari, si trovava tra via Torino e via Roma, come afferma il primo Comandante ministeriale ing. Pasquale Cocco, durante una delle riunione del Consiglio di Amministrazione del Corpo. Era un locale situato nella zona alta di via Roma, tra l'ex caserma Ciancillà, oggi facoltà di Lettere e filosofia dell'Università di Sassari e la via Torino.
L'ingresso era situato nella via Torino e si accedeva con le vetture tramite un cancello posto sotto un porticato, il quale immetteva in un piazzale al
l' aperto.

Di fianco al porticato si trovava la porticina dell'ingresso pedonale e per superare il dislivello tra la strada e i locali vi erano due gradini che portavano all'interno della "caserma".
La sede del 76° Corpo Vigili del Fuoco era, insomma, il retro di quella
 grande costruzione contraddistinta dal numero 131 di via Roma. Oggi la vecchia "caserma" ha cambiato destinazione d'uso e i locali sono stati destinati ad attività commerciali e di servizio.

 

Nuova sede provinciale dei vigili del fuoco di Sassari

 

caserma sassariLa caserma del 76° Corpo, situata nello stabile di via Torino, era in condizioni di vivibilità ormai insostenibili. D'altra parte, con l'entrata in vigore della legge "Nuove norme sull'organizzazione dei servizi antincendio", le sedi dei vigili del fuoco dovevano essere rispondenti alla normativa vigente e i Comandanti di allora, a partire dal primo comandante ing. Pasquale Cocco, rivolgevano sempre più frequentemente al C.d.A. del Corpo, oltre alle normali richieste per il buon funzionamento della caserma, anche nuove e più specifiche istanze, volte a ottenere attrezzature per i locali tecnologici, per la mensa al personale in servizio, l'assicurazione per i vigili volontari e tutto quello che era previsto dalla recente legge di istituzione del Corpo.

La richiesta inoltrata nel 1945 dal Comando di Sassari, finalizzata alla ricerca di un'altra sede, oppure alla costruzione di una nuova caserma, ha avuto esito positivo e il Consiglio di Amministrazione del Corpo ha, infine, concesso il nulla osta per la costruzione della nuova sede

Nella nuova sede, prevista al piano terra un'autorimessa con tre grandi aperture per il transito degli automezzi di soccorso; il piano superiore, invece, era concepito per le camere e gli alloggi ad uso di tutto il personale operativo. Nell'altro corpo di fabbrica, con prospetto sulla strada Carlo Felice, era stato deciso di installare al piano terra il centralino, la sala adunanze, le officine. Al piano superiore collegato al corpo dell'autorimessa tramite un disimpegno, erano progettati i locali della grande sala mensa, della cucina e dei relativi depositi. Dal disimpegno, percorrendo una pensilina esterna con robusta ringhiera, si raggiungeva l'ufficio del Comandante, degli impiegati e del funzionario. All'altra estremità dello stesso corpo di fabbrica, al secondo piano, non comunicante e separato da una scala di servizio, era previsto l'alloggio del Comandante e dell'eventuale ufficiale. I servizi con i bagni per il personale operativo e la caldaia per il riscaldamento dei locali, invece, erano situati al primo piano interrato e si poteva accedere tramite la stessa scala di servizio. Oggi l'ingresso a questi locali, non più idonei all'uso, situati sotto la prima rampa, è stato chiuso da un muro per impedirne l'accesso.

La sede del 76° Corpo vigili del fuoco, in via Duca degli Abruzzi, sarebbe dovuta essere finalmente un luogo vivibile, rispetto alla vecchia caserma di via Torino, anche se, in seguito, si sarebbero manifestate alcune difficoltà iniziali.

Il 30 agosto del 1958 il Comandante Stefano Catalano invia una nota al Sindaco di Sassari, richiedendo l'installazione di un idrante presso la nuova caserma dei vigili, ormai in fase di realizzazione. in quel sito scelto per la nuova costruzione, non esisteva ancora l'allaccio alla rete idrica cittadina. Certo non era solo quello il motivo, Catalano sapeva che altri Comandi avevano molta disponibilità di idranti e di risorse d'acqua.

Nella nota inviata all'Amministrazione del comune, descrive minuziosamente la situazione degli idranti in città e la loro condizione operativa e funzionale. Risultavano installati in città 106 idranti, ubicati in vari punti, ma quelli idonei erano soltanto 25. Di questi, per varie ragioni legate all'ubicazione o alla chiusura della condotta principale nelle ore notturne, erano utilizzabili soltanto 3 idranti. Queste prese d'acqua erano situate in via Regina Margherita angolo giardini, in via Cavour angolo via Deffenu, in piazza d'Armi angolo scuola d'Arte. Al momento della richiesta del Comandante Catalano, però, risultava in funzione solo il primo..

Il 7 novembre 1959, il Comandante Catalano, con la collaborazione del Direttore di Servizio del Comune di Sassari, ing. Piazzola, organizzò la cerimonia di inaugurazione della nuova caserma. All'evento hanno partecipato l'Arcivescovo, Monsignor Paolo Carta, il Prefetto, il Questore e il Sindaco di Sassari, oltre alle più alte autorità civili e militari.
Nel 1962, con il nuovo finanziamento di 32 milioni, venne costrutito il castello di manovra per le esercitazioni e anche il sottostante rifugio antiaereo.

Dovranno passare ancora dodici anni e sarà il comandante Franco Amelio nel 1974, in seguito alla richiesta inviata al C.d.A del Corpo e al Prefetto di Sassari, che riuscira ad usare il rifugio antiaereo posto alla base del cestello come serbatoio d’ acqua potabile.

Ringraziamenti

Si ringrazia sinceramente Roberto Onnis per il suo contributo fondamentale tramite il libro
"I Vigili del Fuoco a Sassari 1869-1970"
Il suo lavoro e la sua ricerca ha arricchito questo testo in modo significativo.

 

Albo Comandanti

Comando Provinciale Vigili Del Fuoco Di Sassari
"Magno Animo Et Audentia "

Albo comandanti

Dal

Al

Titolo

Nominativo

1931

Tenente

Raffaele Boiano

1931

1933

Centurione

Giuseppe Pagliano

1934

1937

Tenente Genio

Dario Spano

1937

1938

Tenente Fanteria

Dino Tolu

1938

1939

Ingegnere

Salvatore Granone

1939

1940

Ingegnere

Pasquale Cocco

1940

1942

Geometra

Corrrado Stornelli

1942

1943

Ingegnere

Luigi Lucianetti

1943

1943

Ingegnere

Nicolò Saettone

1944

1945

Geometra

Bernabei

1945

1945

Geometra

Mario Alicicco

1945

1949

Geometra

Silvio Cotta Ramusino

1950

1953

Ingegnere

Tito Pelleschi

1953

1966

Ingegnere

Stefano Catalano

1966

1971

Ingegnere

Rolando Timitilli

1971

1973

Ingegnere

Liborio Pilato

1973

1976

Ingegnere

Franco Amelio

1976

1980

Ingegnere

Fabrizio Ceccherini

1980

1984

Ingegnere

Enrico Marchionne

1984

1986

Ingegnere

Paolo Rava

1986

1987

Ingegnere

Michele Ferraro

1987

1989

Ingegnere

Luigi Abate

1989

2000

Ingegnere

Pippo Sergio Mistretta

2001

2004

Ingegnere

Luciano Cadoni

2005

2008

Ingegnere

Massimiliano Giaddini

2009

2012

Ingegnere

Renato Cardia

2012

2015

Ingegnere

Angelo Porcu

2015

2018

Ingegnere

Mario Falbo

2018

2019

Ingegnere

Michele Di Tullio

2019

2020

Ingegnere

Luigi Giudice

2020

2021

Ingegnere

Girolamo Bentivoglio Fiandra

2021

2023

Ingegnere

Gianfranco Monopoli

2023

Ingegnere

Antonio Giordano

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