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Museo dei Vigili del Fuoco di Sassari

Il Museo dei Vigili del Fuoco di Sassari è una sede espositiva permanente di rilevanza nazionale del Museo Storico dei Vigili del Fuoco. Il museo si trova nella Piazza Conte Di Moriana, nel cuore della città di Sassari, ed è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 13:00.

I più interessanti cimeli della storia del Corpo, dal secolo scorso ai nostri giorni si trovano oggi esposti in una raccolta funzionale ed organica che testimonia l'evoluzione continua del macchinario, del materiale di radiocomunicazione e di telefonia, delle tecniche antincendio e di soccorso, della protezione personale dei Vigili. La ricerca delle testimonianze e delle radici storiche dei Vigili del Fuoco garantirà la consegna ai Vigili di oggi e di domani una ricca eredità di evoluzione tecnologica e testimonierà, tramandandolo, un irripetibile patrimonio di virtù umane e civili alle quali le nuove generazioni potranno attingere.

Il museo presenta una collezione unica e affascinante di oggetti e documenti che raccontano la storia e l’evoluzione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dal XVIII secolo ad oggi. Il museo occupa una sola sala, ma ricca di testimonianze e curiosità, che ospita:

  • Elmi di diversi paesi e periodi storici, tra cui alcuni molto rari e preziosi, come quello in bronzo del 1800, quello in cuoio del 1900 e quello in alluminio del 1930;

  • Divise di varie epoche, che mostrano l’evoluzione dello stile e dei materiali utilizzati dai vigili del fuoco, da quelle in lana a quelle in cotone, da quelle in tela a quelle in nylon;

  • Radiocomunicazioni, che illustrano i progressi tecnologici nella trasmissione delle informazioni e delle emergenze, da quelle a valvole a quelle a transistor, da quelle analogiche a quelle digitali;

  • Macchinari tecnici, che testimoniano l’innovazione e la specializzazione dei mezzi e delle attrezzature impiegate dai vigili del fuoco, come le pompe a mano, le autopompe, le scale, gli estintori, le motoseghe, le pinze idrauliche e molto altro.

  • Nucleo Sommozzatori - Vetrina dedicata a questo storico nucleo che venne creato nel 1952 dall'allora Direzione Generale dei Servizi Antincendio del Ministero dell'Interno. Sono custodite in questo spazio le attrezzature dei nostri sommozzatori che hanno fatto parte della dotazione di intervento tutta una serie di oggetti particolari legati all'attività di questo gruppo.

Lungo tutto il percorso museale sono inoltre esposti molteplici documenti, quali fotografie, articoli, diplomi, medaglie e attestati, che raccontano le gesta e le vicende dei vigili del fuoco di Sassari.

Il museo non si limita ad esplorare il passato, ma proietta anche uno sguardo al futuro, sia della professione dei vigili del fuoco sia alla modalità di fruizione delle aree museali. Infatti grazie all’apporto degli studenti della vicina Accademia di Belle Arti Mario Sironi, con la quale è in essere un protocollo d’intesa, i giovani del corso Multimedialità per i beni culturali hanno realizzato esposizioni interattive unendo passato e futuro per un immersione emozionale e un racconto storico guidato.

Il Corpo non poteva e non vuole perdere la memoria storica: chi non conosce il passato rischia di ripetere errori già commessi… ma soprattutto è conoscendo il passato che si progetta e si costruisce il futuro!

Il museo offre la possibilità di conoscere da vicino il prezioso e coraggioso servizio che i Vigili del Fuoco prestano alla comunità, con magno animo et audentia, il motto del Comando di Sassari. Il museo è anche un luogo di educazione alla sicurezza e alla prevenzione, con attività didattiche e laboratori per le scuole e le famiglie.

Per maggiori informazioni e per prenotare una visita contattare il Comando dei Vigili del Fuoco di Sassari al numero 079.2831200 o scrivere a com.sassari@cert.vigilfuoco.it.

Agli eredi: «Ciò che hai ereditato dai padri / conquistalo per possederlo». Questi versi del Faust di Goethe illuminano il concetto autentico di “eredità”: un capitale da far fruttare e non già un patrimonio inerte da custodire; una tradizione in cui riconoscersi e non un canone cui adeguarsi per conformismo; un valore da vivere e conquistare e non già un feticcio da omaggiare. Le persone, le storie, le cose ci fondano e ci identificano: noi siamo loro e loro sono noi; nel bene e nel male, volenti e nolenti. Pertanto conoscere i padri – o, sul piano personale, il padre, il maestro – è necessario sia per accettarli sia per superarli: per amarli o per ucciderli. L’eredità esige un atto di conoscenza, da parte di tutti, e soprattutto da parte di coloro che intendono sottoporla al vaglio della discontinuità, dell’antagonismo, della negazione. Dell’eredità – sia essa storica o culturale, politica o personale – tutti detengono le azioni. Non tutti sanno farle fruttare. Di qui, fra l’altro, la positività e nobiltà della parola servator (“amico della tradizione”) rispetto a novator (“nemico della tradizione”): un recupero non solo linguistico ma anche politico e morale, soprattutto in giorni nei quali rivoluzionaria sembra soprattutto la cura della legge, delle istituzioni, dei valori costituzionali. Conoscenza, accettazione e eventualmente rifiuto dell’eredità. Senza nostalgie né rancori; ma con lo sguardo e con i passi già rivolti al futuro, consapevoli che siamo al mondo per conoscerlo, cambiarlo, possederlo; e che «ogni mattina, quando si leva il sole, inizia un giorno che non ha mai vissuto nessuno». La storia che noi cerchiamo e studiamo è preziosa come una grandiosa eredità.

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