Dissesto idrogeologico in Campania (Sarno)

Il 5 maggio del 1998 il Sud dell’Italia è stato colpito, ancora una volta, da una tragedia. A causa delle piogge ininterrotte che si protraevano ormai da qualche giorno, la montagna a ridosso del comune di Sarno si è trasformata in un fiume di fango e detriti che scendendo verso valle ha travolto tutto.
Le notizie sono state fin da subito drammatiche: abitazioni invase dalla mota, l’ospedale crollato, morti e dispersi ovunque. Chi ha potuto si è messo in salvo sui tetti delle case in attesa di essere soccorso, altri hanno disperatamente cercato i propri parenti.
La frazione di Episcopo è stata completamente devastata, con la popolazione sotto shock: intere famiglie sono andate distrutte, mentre i superstiti hanno perso tutto in un solo pomeriggio. Sono stati colpiti anche i paesini di Quindici, in Irpinia, Siano e Bracigliano, in provincia di Salerno, San Felice in Cancello, in provincia di Caserta. E in questa drammatica emergenza l’impegno dei vigili del fuoco è stato a tutto campo, con l’intervento anche di mezzi anfibi destinati a portare in salvo decine di persone.
La ricerca dei sopravvissuti tra le macerie è stata incessante, così come quella di coloro che sono scomparsi nella massa di fango. Anche i volontari hanno fornito un aiuto importante scavando senza sosta per oltre 800 ore, contribuendo a salvare vite umane e a liberare Sarno e Quindici dalla melma. Ma nel frattempo il bilancio dei morti è salito di ora in ora, fino a raggiungere la cifra di 159 vittime, di cui 137 solo a Sarno.
Gli stessi mezzi di soccorso hanno trovato difficoltà a muoversi: un Eurofire dei vigili del fuoco è stato travolto dalla mota, che ha bloccato a lungo nell’abitacolo dell’autoveicolo l’autista Marco Matteucci. Lo sfortunato vigile è stato poi estratto dai colleghi in gravi condizioni e ricoverato all’ospedale Cardarelli, dove però è deceduto.
Per la gravità della situazione sono stati utilizzati anche gli elicotteri per salvare dall’alto chi si era riparato sui tetti delle case. Nell’occasione, un intervento lungo e delicato ha riguardato un ragazzo rimasto intrappolato dal fango in una cantina per 72 ore. Raggiunto dai vigili del fuoco grazie a un buco aperto nel solaio, il giovane è stato imbracato, sollevato e portato via da un elicottero. La furia della natura è stata tale che, ancora oggi, a distanza di tanti anni, alle prime piogge intense la popolazione torna a vivere un orribile incubo.