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Il terremoto di Catania del 2018

Il terremoto di Catania del 2018
Data di pubblicazione
Categoria
Notizia storica
Anno:
2018

Alle ore 03:19 del 26 dicembre 2018 una scossa di terremoto di magnitudo 4.9, con epicentro a Viagrande, colpì la zona nord di Catania, tra Viagrande e Trecastagni. La scossa ha avuto una lunga durata, 10-12 interminabili secondi, e ha travolto in particolare i territori alle pendici dell’Etna: Acireale, Aci Bonaccorsi, Aci Catena, Milo, Pennisi, Santa Venerina, Trecastagni, Viagrande e Zafferana Etnea,ed è stata distintamente percepita in un’ampia area della Sicilia orientale, da Messina a Ragusa.

Nei giorni precedenti, a partire dal 23 dicembre, l’Etna aveva iniziato una fase eruttiva abbastanza intensa, con cenere e lapilli che giunsero e lambire l’aeroporto di Catania. Questo innescò uno sciame sismico di media intensità che ebbe il suo culmine la vigilia di Natale del 2018, quando un terremoto di magnitudo 4.5, con epicentro a Zafferana Etnea, scosse la popolazione senza però provocare danni a cose o persone. Era il preludio di ciò che avvenne da lì a due giorni, la notte di Santo Stefano, quando si ebbe la nuova forte scossa.

Tanta paura e agitazione tra le popolazioni dei comuni investiti dal sisma, diversi danni ad abitazioni e chiese, diverse case crollate e alcuni feriti lievi. Alla fine si contarono più di 1.000 sfollati ma per fortuna nessuna vittima. Il territorio che subì le conseguenze più gravi fu quello di Zafferana Etnea. Qui, nella frazione di Fleri, avvenne il crollo parziale di una palazzina da dove i soccorritori riuscirono ad estrarre vive due persone.

I Vigili del fuoco si attivarono subito con l’invio di sezioni operative, provenienti da diverse regioni, e di squadre USAR (Urban Search and Rescue) che consentirono di soccorrere trenta persone rimaste sotto le macerie. I presidi UCL (Unità di Comando Locale) predisposti con la funzione di sale operative di prossimità permisero di effettuare 200 interventi per la messa in sicurezza delle abitazioni e per la rimozione delle macerie, 1.500 verifiche di stabilità e 33 opere provvisionali. Grazie all’impiego dei mezzi aerei del nucleo SAPR (Sistemi Aeromobili Pilotaggio Remoto) fu possibile compiere numerosi interventi di valutazione speditiva di edifici lesionati.

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