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Il distaccamento volontario di Bellano


Il "Corpo Pompieri Volontari" di Bellano fu inaugurato l'1 ottobre 1911, con dei grandi festeggiamenti che comprendevano una corsa ciclistica, una gara podistica, esercitazioni pubbliche dei Pompieri e vari concerti musicali. L'istituzione fu resa possibile grazie alla sottoscrizione di azioni pubbliche del valore di L. 2 ciascuna, acquistate da parecchi proprietari immobiliari del paese.

Una relazione morale del Comandante agli azionisti, stilata alla fine del 1919, riferisce dell'opera "audace e di sacrificio prestata nel 1915 nella dolorosa contingenza del vaiolo sviluppatosi a Bellano" e accenna poi al fatto che gli stessi uomini prestavano anche soccorso sanitario come servizio di "Croce Verde", divenuto di particolare importanza specialmente durante la prima guerra mondiale. Si fa menzione anche di due caduti nell'adempimento del proprio dovere: Antonio Vergottini e Luigi Milani.

Nella stessa relazione il Comandante lanciava accuse all'Amministrazione Comunale dell'epoca, colpevole di non interessarsi abbastanza al Corpo. Cominciava con l'osservare che "a Milano il servizio dei pompieri costava L. 1,34 per abitante, a Como 0,60 e a Lecco 0,50; a Bellano il Comune assegnava anche nel periodo di guerra un sussidio annuo di L. 200, che rappresentano la sciocchezza di 6 centesimi all'anno per abitante". Ciò nonostante, grazie appunto agli azionisti, il bilancio risultava in attivo di ben 5.528,71 lire, tra denaro e materiali.

Altro problema denunciato era la disparità degli attacchi degli idranti presenti in paese, che ostacolavano gli interventi antincendio. Il Comune, pur avendo l'autorità di imporre anche ai privati una standardizzazione e sollecitato più volte in tal senso, non volle provvedere, creando così non pochi disagi. Il Comandante, inoltre, in un periodo in cui il prezzo dei tubi era particolarmente basso, chiese di estendere la rete di idranti (che funzionava a ben 7 atmosfere) a spese del Corpo, con un contributo da parte del Comune di L. 1.275, ma gli fu negato.

Come se non bastasse, ai Pompieri mancava un locale idoneo in cui riporre gli attrezzi. La ditta Pietro Gavazzi concesse un proprio terreno, dove venne costruito un capannone provvisorio in attesa che venisse fabbricata la scuola a cui dovevano appoggiarsi stabilmente. Questo edificio scolastico, però, era ancora in fase di progetto e tale rimase negli anni seguenti, per cui quando la concessione gratuita arrivò alla scadenza, nel 1916, quella sede fu demolita e le attrezzature vennero divise in vari luoghi. Vista la situazione precaria e ricevuta un'altra risposta negativa dal Comune ad una ennesima richiesta di locali, il Corpo decise allora di rimettere tutto nelle mani del Sindaco, di fatto ponendo le basi per l'interruzione di un pubblico servizio, nella estrema speranza di un cambiamento delle sue posizioni. "Al contrario, il Sindaco, assumendosi una grave responsabilità, provvedeva al ritiro degli attrezzi, che poi furono trovati attraverso una porta sfondata nel disordine che tutta Bellano conosce, nel grave infortunio toccato al Cotonificio Cantoni".

La relazione del Comandante si concludeva con un appello agli azionisti a rinnovare la fiducia e ad immettere nuovi capitali per far risorgere il Corpo dei Pompieri. Non è dato, per il momento, di conoscere altri dettagli di quell'epoca e di sapere cosa avvenne in quella riunione, ma evidentemente, se i Vigili del Fuoco sono presenti ancora oggi a Bellano, vuol dire che le cose in qualche modo si sistemarono.